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ANAC, ALLARME PNRR: “TROPPI AFFIDAMENTI DIRETTI E CONFLITTI D’INTERESSE”

“La scadenza del Pnrr incombe“. È l’allarme sul Piano nazionale di ripresa e resilienza lanciato dall’Anac che spiega: “Nonostante l’accelerazione impressa negli ultimi mesi, preoccupa l’andamento della spesa, in alcuni settori ancora inferiore al 30% delle risorse destinate, secondo i dati diffusi dalla Corte dei conti lo scorso marzo”. A dirlo è Giuseppe Busia, presidente dell’Anac, nella relazione 2024 dell’Autorità nazionale anticorruzione. “Cruciale, in ogni caso, sarà la creazione di un collegamento tra il Pnrr e gli altri finanziamenti europei e nazionali, affinché i progetti più strategici possano proseguire, soprattutto nei settori dove si registrano i maggiori ritardi”, afferma.

Appalti, “troppi affidamenti diretti”

“Troppi continuano ad essere gli affidamenti diretti degli appalti, la cui incidenza numerica, sul totale delle acquisizioni di servizi e forniture del 2024, è risultata essere di circa il 98%”., spiega Busia.”Preoccupa, soprattutto, il crescente addensamento degli affidamenti non concorrenziali tra i 135.000 e i 140.000 euro, a ridosso della soglia: più che triplicato rispetto al 2021, quando il valore-limite era di 75.000 euro”, afferma.

Anac: “Inammissibili i morti sul lavoro, rischi da subappalti”

“È inammissibile che si continuino a registrare ancora troppi incidenti e troppe morti sul lavoro. Preoccupano i dati del nostro Casellario delle imprese: 1.448 annotazioni per violazioni delle norme su salute e sicurezza nel 2024, con un incremento del 43% rispetto al 2023 e del 87% rispetto al 2022″, sottolinea Busia. “In questo contesto, i rischi maggiori vengono dai subappalti, specie se realizzati ‘a cascata’ – afferma -. Il ricorso a tale istituto, quando non è giustificato da ragioni sostanziali, legate alla specificità delle prestazioni da realizzare, rivela spesso una previsione non corretta della stazione appaltante nel dimensionamento della gara o nella suddivisione in lotti”.

“Conflitti interessi minano credibilità istituzioni”

“Continuano a presentarsi troppi casi di conflitti di interesse, piccoli e grandi, ma tutti capaci di minare la credibilità delle istituzioni”, spiega ancora Busia nella relazione 2024 dell’Autorità nazionale anticorruzione. “In tema di inconferibilità, la recente abrogazione dell’articolo 7, comma 2, del decreto legislativo 39 del 2013 non solo non risolve le criticità da noi evidenziate dopo la pronuncia della Corte costituzionale del 5 marzo 2024 – afferma – ma apre anche un vuoto di tutela per le funzioni amministrative di livello locale, quelle più prossime al cittadino, con una evidente disparità di trattamento rispetto alle funzioni svolte a livelli territoriali superiori”. “La normativa sulle incompatibilità successive allo svolgimento di una carica (divieto di pantouflage), richiedeva da tempo un intervento, anche per garantirne la piena applicabilità ai gruppi di maggiori dimensioni”, aggiunge.

Da depenalizzazione abuso d’ufficio “nessun rafforzamento tutele”

“A fronte della nostra sollecita evidenziazione dei vuoti di tutela che avrebbe lasciato l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio, si era fra l’altro risposto che si sarebbe provveduto a compensare l’eliminazione della sanzione penale con un rafforzamento delle tutele amministrative”, sottolinea Busia, che conclude: “Purtroppo, non solo tale compensazione non c’è stata, ma, dopo la riduzione di tutele sul conflitto di interessi operata dal Codice dei contratti pubblici, si è registrato un progressivo indebolimento delle garanzie amministrative poste a presidio dell’indipendenza e correttezza dell’agire pubblico”, afferma.
Fonte: La Presse