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AUGUSTA A 5 STELLE: DIMISSIONI CONTINUE IN CONSIGLIO

Le ennesime dimissioni di un consigliere comunale , già dissidente 5 Stelle, aumentano il numero di record negativi dell’amministrazione Di Pietro.

In meno di 600 giorni – scrive Augustaonline – ricordiamo segnali incontrovertibili : le dimissioni del presidente del consiglio Giovanni Patti (mai accaduto nella storia delle amministrazioni cittadine); le dimissioni del vice-sindaco e assessore Ambiente Pino Pisani, il candidato più votato del M5S; le dimissioni dell’assessore Mary Giovanniello. Nei giorni scorsi Nilo Settipani ha gettato la spugna “non voglio essere il capro espiatorio del fallimento del programma elettorale”.

Ricordiamo che lo scorso giugno il consigliere si dimise dal gruppo di maggioranza, per andare all’opposizione, pur rimanendo all’interno del M5S. Dall’alto non arrivò nessuna censura o espulsione. La piattaforma Rosseau e il Direttorio rimasero muti. “Voglio comunicare a tutti che mi sono dimesso dal ruolo di consigliere comunale di Augusta per il Movimento 5 stelle”. Afferma in una nota di Settipani sostenendo “motivi personali” conseguenti alle “diffamazioni tramite social” subite da quando è un dissidente. “I responsabili ne risponderanno nelle sedi legali opportune”.

L’ex consigliere pentastellato chiede scusa ai 197 elettori che l’hanno votato :”Ho cercato di affermare e difendere il nostro programma, la nostra idea di sviluppo e rilancio del territorio. Non è stato possibile. Ma le vere motivazioni delle mie dimissioni – continua – sono legate sopratutto alla mancata attuazione del programma elettorale da parte di quest’amministrazione che dopo 18 mesi ha disatteso le promesse fatte in campagna elettorale, sopratutto, stravolgendo lo stesso programma presentato ai cittadini. Essere consigliere comunale per il Movimento 5 stelle significa accendere un faro su quanto avviene nei “palazzi della politica”. Per cambiare bisogna anche denunciare e non rimanere immobili aspettando che passi la legislatura, si tratta di un impegno molto oneroso in termini di tempo e di energie, un impegno che ho cercato di onorare nel migliore dei modi. Lascio – conclude Settipani – il ruolo di portavoce del meetup “Augusta 2.0″ a un’altra persona, migliore di me, che saprà dare voce ai problemi dei cittadini”.

Sulla soglia del consiglio comunale s’intravede Giuseppe Schermi, grillino,fino a prova contraria, ex assessore al Bilancio e vice sindaco, licenziato su Facebook licenziato su Facebook lo scorso settembre, dissidente, che dopo la surroga ufficiale diventerà il nuovo portavoce del meet-up Augusta 2.0. Il cambio in corsa potrebbe avvenire già giovedì 19 “nella prima seduta di consiglio comunale utile” come prevede il regolamento. Sarà così? Oppure salterà la seduta per la mancanza di un consigliere dimissionario non sostituito in tempo? Comunque prima di sapere se Schermi , primo dei non eletti della lista 5 Stelle, riceverà la comunicazione ufficiale, lo stesso , a sorpresa, ha pensato di fare un passo indietro a dimostrazione che il clima è incandescente ed è in atto una vera faida. “Desidero informarvi – scrive Schermi in una nota – che gli attacchi personali, diretti e pubblici da parte della massima carica cittadina sulla pagina del Meetup Augusta 2.0 nei giorni di Domenica e Martedì, oltre che le immediate richieste di dimissioni del capogruppo della lista in cui sono stato eletto, mi pongono a considerare seriamente una rinuncia dall’eventuale incarico di consigliere. Di tale situazione ho informato il Prefetto”.

 Nonostante un clima da far-west, contro dissidenti interni, opposizione, avversari politici vecchi e nuovi, stampa e giornalisti non allineati con il Palazzo, le forze dell’ordine e gli enti preposti all’ordine pubblico non pare abbiano ben compreso cosa stia succedendo. Il clima di intimidazione ha superato ogni ragionevole soglia di attenzione, ma nessuno prende provvedimenti. Anche se circola voce che ci sono parecchie indagini aperte e in corso.

Ma cosa aveva sostenuto il gruppo di maggioranza? “Settipani ha fatto, con 6 mesi di ritardo, la cosa giusta, dimettersi dalla carica conquistata grazie ai voti del M5S, meglio tardi che mai. Tale scelta più che autonoma pare proprio un disegno ben orchestrato da chi adesso lo affianca nel nuovo meetup, riuscendo nell’intento di sottrargli la poltrona e farlo passare per martire”. Lo riferisce “una nota per la stampa a firma del capogruppo Mauro Caruso” con cui il gruppo dà il “benvenuto” all’ex assessore :” Adesso la “poltrona” passa a Schermi che ha già fatto i passi necessari per dimostrare, con fatti e parole, di non voler far parte del gruppo che lo aveva scelto come tecnico, per poi scoprire di essere un 5 Stelle. In oltre un anno di permanenza nella giunta ha costantemente disatteso il confronto richiesto dal gruppo consiliare, trincerandosi sempre dietro molteplici impegni che, ammettiamo con rammarico, non hanno portato nessun valore aggiunto all’azione di Governo. Per tali ragioni – conclude la nota – e per i comportamenti tenuti fino ad oggi chiediamo al Dottor Schermi uno scatto di dignità e di coerenza, lasciando il posto a chi ha veramente a cuore la città e non la poltrona e i titoli di giornale, in caso contrario dimostrerà, se mai ce ne fosse ancora bisogno, di avere a cuore solo la poltrona come ha ampiamente dimostrato”.

I più attenti osservatori della politica cittadina, non schierati e fuori da ogni logica dei partiti, avevano già previsto questa “destabilizzazione interna”, dovuta, pare, agli scarsi risultati politici, incomprensioni interne e personalismi esasperati. Altro che “siamo tutti uniti” o “una sola anima”.

Le spaccature esistevano e si stanno materializzando. Sono in tanti a predire che l’emorragia dal gruppo di maggioranza non si è ancora conclusa del tutto. Intanto sulle pagine personali e istituzionali dei social volano gli stracci e non solo. Una faida in piena regola alimentata da un clan, subita da una tribù e mal digerita dalla città, nel silenzio più innaturale dei vertici provinciali , regionali e nazionali dell’ex movimento diventato “partito azienda”.

Una cosa è certa stanno facendo tutto da soli, in diretta Facebook, una guerra tribale, tra insulti velati e palesi, denunce, rutti e minacce, altro che partecipazione democratica. Non si era visto nulla di così incivile neanche durante i momenti più bui della prima repubblica. Se questo è il meglio del nuovo che avanza…..

mader
Fonte: Augustaonline.it