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BOLOGNA, INSULTI E GRIDA AI CONSIGLIERI REGIONALI M5S PER GLI STIPENDI NON RESTITUITI: “VERGOGNATEVI”

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“Ver-go-gna-te-vi”. E giù urla, grida, insulti. È ormai notte quando l’assemblea grillina del circolo Mazzini di Bologna perde definitivamente le staffe contro i propri consiglieri regionali, accusati di non restituire l’extrastipendio come promesso in campagna elettorale.

“Avevi detto che ti saresti tenuta 2.500 euro netti, e invece come mai, sommando tutte le voci, ne percepisci 5.900?” sibila la compagna di Nick il Nero, Serena Saetti, alla capogruppo in regione Giulia Gibertoni, già finita sulla graticola a Modena, sempre per lo stesso motivo. Al microfono gli organizzatori assicurano: “Questo non è un processo”, ma è vero il contrario. Il clima lo danno i fogli con nove domande al vetriolo per gli eletti in Regione distribuiti all’ingresso (tra soldi e vecchi rancori gli rinfacciano pure di aver tenuto con loro i collaboratori dell”epurato Favia”).

Le opposte tifoserie si infiammano, qualcuno difende gli eletti (“stanno lavorando molto e bene, cosa importa quanto guadagnano?”), i più li attaccano. Il consigliere cesenate Andrea Bertani sbotta: “Ho portato il mio raccoglitore di scontrini qui con me”. La triade soldi-onestà-trasparenza cigola. I più puri (dei puri) non transigono: vogliono che i consiglieri decidano cosa fare del proprio extrastipendio, una volta per tutte. Perché il fatto è che dalle elezioni 2014 ad oggi, nessuno dei successori di Giovanni Favia e Andrea Defranceschi ha ancora restituito un centesimo.

“Aspettavamo che la Regione aprisse un fondo ad hoc, se non sarà possibile da gennaio verseremo tutto nel fondo nazionale per il microcredito”, promette la Gibertoni. Si ma tutto quanto? Si va da chi come Silvia Piccinini ha messo via 21mila euro a chi come la romagnola Raffaella Sensoli in un anno ne ha accantonati poco meno di 6mila, mentre la capogruppo si è fermata a quota 8.100. “Bisogna anche considerare – precisa Gibertoni – che alcuni di noi sono in aspettativa, e quindi hanno un datore di lavoro che accantona contributi e tfr per loro, altri no”. Il pasticcio insomma deriverebbe da un eccesso di zelo: “Nel cancellare i vitalizi la Regione Emilia-Romagna non ha previsto nessuna pensione alternativa”. Senza contare che: “Siamo già una regione virtuosa. Noi prendiamo meno di tutti in Italia”. La discusione è tra chi sostiene che quel “avremo un indennità di 2500 euro” annunciato in campagna elettorale sia da interpretare in maniera letterale e chi lo legge come “5mila euro lordi”. Alla fine l’attivista imolese strappa a tutti un sorriso: “Chi guadagna 5mila euro lordi qui in sala si alzi in piedi”. Applausi. Da seduti. L’assemblea è aggiornata, sui soldi si deciderà a fine anno.

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Fonte: la Repubblica