Il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, accusato di peculato, è stato condannato a 1 anno e 8 mesi nell’ambito del processo “Rimborsopoli”, l’inchiesta sulle spese pazze in Regione Lombardia aperta quando era consigliere al Pirellone.
Condannato a un anno e 6 mesi anche l’eurodeputato della Lega Angelo Ciocca. Per entrambi la pena è sospesa ed è stata decisa la non menzione. Il giudice, Gaetano la Rocca, prima della camera di consiglio ha spiegato l’impossibilità a valutare l’istanza di rinvio avanzata da uno dei difensori in vista delle nuova norma introdotta dal Governo penta-leghista e in via di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, che consentirebbe di derubricare il reato di peculato in quello meno grave di indebita percezione di erogazioni o fondi pubblici. Il giudice ha evidenziato che al momento la nuova non è ancora in vigore.
52 le condanne, ex assessori e consiglieri regionali a pene comprese tra un anno e cinque mesi e fino a quattro anni e otto mesi. Tra loro Renzo Bossi, figlio di Umberto, a due anni e sei mesi e Nicole Minetti di Forza Italia a un anno e otto mesi. A Romeo, a cui sono state riconosciute le attenuanti generiche, vengono contestate spese pazze per 21.917 euro per ristoranti, pizzerie e altre “spese estranee all’esercizio delle funzioni istituzionali” e “non funzionali all’espletamento del mandato”. sono state contestate spese indebite, come pranzi, in un periodo di quattro anni.
“Sono convinto di aver agito correttamente, in ogni caso ho restituito da tempo alla Regione la somma contestata dai magistrati e, a dimostrazione della mia buona fede, quelle per cui ho chiesto il rimborso tra il 2010 e il 2012” – ha dichiarato nel 2014 Romeo al Cittadino – “Non ho presentato scontrini per acquisti personali o voluttuari. Ho chiesto il rimborso solo per pranzi e cene istituzionali o di rappresentanza”.