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CAPTAZIONE LAGO DI BRACCIANO: TRIBUNALE DELLE ACQUE DA RAGIONE ALLA REGIONE LAZIO, RESPINTO RICORSO ACEA

Il Tribunale superiore delle acque pubbliche ha rigettato il ricorso fatto da Acea sulla sospensiva dello stop ai prelievi dal lago di Bracciano ordinato dalla Regione Lazio. Nella sentenza si legge che la turnazione del servizio di distribuzione dell’acqua nel territorio del Comune di Roma non “appare una conseguenza non imposta in via esclusiva dall’ordinanza impugnata”.

Il provvedimento con cui la Regione Lazio ha ordinato ad Acea lo stop ai prelievi, osserva il Tribunale nel decreto, “non appare inficiato da irragionevolezza, considerato che tutti i Comuni i cui territori sono vicini o confinanti con il lago di Bracciano si sono espressi favorevolmente rispetto ad un intervento” della stessa amministrazione regionale “diretto ad interrompere il prelievo d’acqua al fine di impedire un ulteriore abbassamento del suo livello idrometrico”. L’ordinanza della Regione, scrive ancora il Tribunale, “appare riconducibile al potere immanente della autorità concedente la derivazione per usi potabili di assumere determinazioni volte a contrastare cause o concause che generino l’irreversibile depauperamento della detta risorsa idrica, con conseguenti ripercussioni negative e definitive anche sul sistema lacustre”.

Infine, il Tribunale superiore delle acque pubbliche scrive che “Acea Ato 2 potrà adottare ‘misure compensative’ per contrastare gli effetti dell’azzeramento del prelievo in contestazione, con ciò volendosi riferire alla possibilità di individuare, eventualmente con l’ausilio delle altre Autorità competenti in materia, anche altri rimedi purché compatibili con il veduto divieto di prelievo” delle acque dal lago di Bracciano.

“Giusto il blocco decretato dalla Regione ad ACEA e giusta la decisione del tribunale delle acque che ne conferma la bontà, noi ci costituiamo al fianco di Regione e Comuni perché sia salvato il Lago di Bracciano – dichiara Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – e chiediamo al Comune di Roma di uscire allo scoperto indicando ad ACEA di lasciar stare il lago per concentrarsi sul risanamento delle tubature che a Roma perdono metà della risorsa nel sottosuolo. I numeri della dispersione idrica sono gli stessi che denunciamo da vent’anni e il gestore ha fatto evidentemente poco e male per non disperdere risorsa idrica”.

Intanto è arrivato anche l’avviso di garanzia per inquinamento ambientale al presidente di Acea Ato2, Paolo Saccani dalla procura di Civitavecchia proprio in riguardo alle criticità emerse nel Lago di Bracciano. “In un momento di siccità come questo – conclude Scacchi – è folle svuotare le riserve senza prima mettere in campo alcuna riqualificazione strutturale degli acquedotti. L’acqua è di tutti e il bene più prezioso per la collettività, chi ne gestisce servizio e diffusione, ha per primo il dovere di non sprecarla e di evitare la devastazione di interi ecosistemi che ne sono custodi”.

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Fonte: Dire