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“CON IL FASCISMO C’ERA UNO SPIRITO DI LIBERTÀ STRAORDINARIO” LA FANTASTORIA DEL MELONIANO VICEMINISTRO CIRIELLI

Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri di Fratelli d’Italia, prendere la parola alla presentazione del libro di Italo Bocchino. Invitato per un saluto, si dimentica del suo ruolo istituzionale e scivola in un curioso discorso di fantastoria.

«Il tratto distintivo più profondo del fascismo era uno spirito straordinario di libertà», dice ignorando i 300 mila morti del Ventennio tra partigiani, soldati mandati a morire, oppositori politici, torture e punizioni collettive. Cirielli prova ad argomentare che «perfino in un sistema totalitario c’era una vastità di destre, c’era uno spirito di libertà straordinario, uno spirito individualista, libertario, contro l’autorità». Il viceministro pensa a raccogliere gli scontati entusiasmi della sala e non si accorge che qualcuno lo riprende. A distanza di due giorni il video del suo intervento diventa virale.
Per tutta la scorsa settimana i giornali filo governativi avevano tentato di costruire attorno agli arresti del gruppo di estrema destra, che minacciava anche la presidente del Consiglio, una narrazione su Meloni vittima proprio in virtù di presunti tagli con il passato. Ma al di fuori degli articoli di stampa compiacenti questo taglio non si è visto.
Lo scomposto intervento di Cirielli ne è la prova. «Parole indegne», attacca il dem Stefano Bonaccini, «lo accompagniamo a Marzabotto, a Casa Cervi, alla Buca di Susano, a Campo Fossoli, a Sant’Anna di Stazzema». «Fanno finta di rappresentare la nuova destra quando sono ancorati al ventennio fascista», nota Sandro Ruotolo, della segreteria nazionale del Pd. Anche Riccardo Magi di Più Europa si offre per «un ripasso di storia» al viceministro: «Durante il fascismo eri così libero che potevi scegliere se diventare fascista, se finire al confino o se essere deportato». Per Magi non si tratta di «nostalgia, basta vedere il decreto Sicurezza».
Ma forse la critica che più deve aver imbarazzato Meloni è stata quella di Andrea Stroppa, referente in Italia di Elon Musk, che ha commentato: «Così tanta libertà che Fermi è dovuto scappare in America perché doveva lavorare in condizioni pietose sotto un regime».
Fonte: Il Manifesto
Video: Il Fatto Quotidiano