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CONTE DISPERSO E IL NUOVO M5S CHE NON SI VEDE

Giuseppe Conte: «Io ci sarò». Beppe Grillo: «Conte è meraviglioso». Conte disperso. L’elezione dell’ex presidente del Consiglio a capo di un nuovo M5S sembrava cosa fatta. Invece nulla, ancora tutto è in alto mare. Eppure Grillo si è speso molto con i cinquestelle. Oltre due mesi di vertici riservati, di summit ufficiali, di faccia a faccia, di contatti personali, di assemblee plenarie sono serviti a ben poco.
Il nuovo M5S non si vede, racconta Rodolfo Ruocco su Sfoglia Roma. Manca ancora un nuovo capo, un nuovo programma, una nuova identità politica di governo. I grillini sono ancora sospesi tra la vecchia impostazione di opposizione populista antisistema e la nuova stagione governista. Certo il governo non fa bene alla buona salute del Movimento. Da «mai alleanze» è passato all’esecutivo Conte uno (con la Lega), al Conte due (con il Pd), al ministero Draghi di unità nazionale. In tre anni ha collezionato disfatte elettorali, contestazioni politiche interne (le intese con gli ex nemici Lega, Pd e Draghi), critiche organizzative (le “restituzioni” mensili dei parlamentari, il rapporto con la piattaforma digitale Rousseau di Davide Casaleggio).

Così una valanga di deputati e senatori grillini ha lasciato il Movimento o sono stati espulsi. Qualcuno ha fondato l’embrione di movimenti alternativi. Alessandro Di Battista, in grande sintonia con Davide Casaleggio, anima dell’ala antagonista e anti sistema, si è chiamato fuori dalla scelta di formare il governo Draghi.
La confusione è tanta, le prospettive sono nebulose. Non a caso Grillo, a cinque anni dalla morte di Gianroberto Casaleggio, ha sentenziato preoccupato «…gente che se ne va, gente che torna, gente che va nei gruppi misti…gente che ha delle rivoluzioni culturali». Tra la «gente che se ne va» ci sono certamente i tanti parlamentari usciti e probabilmente gli altri con due mandati che potrebbero dire addio perché è arrivata la conferma del “no” al terzo incarico. Tra chi «ha delle rivoluzioni culturali» ci sono i tanti che hanno invocato il ritorno alle origini, quelle della rivoluzione contro le élite dominanti. Tra la «gente che torna» potrebbero esserci i sostenitori di Conte.
Il garante cinquestelle vuole andare «avanti» nella svolta della transizione ecologica accolta da Mario Draghi, ma è apparso scorato: «Abbiamo delle psicopatologie, ci vorrebbe un neurologo». Conte però è disperso, su di lui non ci sono notizie. Di tanto in tanto appare solo per insegnare diritto privato all’università. Forse sta riflettendo sia sul programma del nuovo M5S sia sulle «psicopatologie» lamentate dal comico genovese.