È saltato l’incontro previsto ieri nella sede centrale della Federico II tra il vicepremier e ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, e le associazioni antiracket.
L’arrivo di Di Maio era previsto dopo la visita – insieme al presidente del Consiglio Conte – alla Leonardo di Pomigliano.
La presenza del ministro al convegno è stata rinviata “a data da destinarsi”, fanno sapere dallo staff di Di Maio, mentre la Digos ha confermato la presenza di alcuni contestatori (studenti della stessa Federico II e dell’Orientale) agli ingressi dell’università, ma anche sottolineato che non c’è correlazione con la defezione decisa da Luigi Di Maio.
Dalle prime ore del mattino alcuni studenti dei collettivi della Federico II avevano occupato l’ingresso dell’aula magna dove si sarebbe dovuto tenere l’incontro. “Ci chiediamo con quale legittimità Di Maio ci venga a parlare di legalità – spiega Davide uno degli attivisti dei collettivi – visto che sono alleati alla Lega Nord che ha rubato 49 milioni di euro agli italiani”. I collettivi hanno definito il governo Conte, sostenuto da Lega e Movimento 5 Stelle, un governo antimeridionale a trazione nordista, riferendosi alla discussione intorno all’autonomia differenziata. La polizia, giunta in forze all’ingresso dell’università, ha vigilato sull’occupazione fino a quando il ministro Di Maio non ha annunciato la sua volontà di disertare l’incontro.
“Troviamo assurdo che la nostra Università sia scenario delle passerelle politiche di un ministro che parla di lotta alla criminalità organizzata, quando il Decreto Sicurezza del suo stesso governo permette il riacquisto da parte dei privati dei beni confiscati, facendo un vero a proprio ‘regalo’ alle mafie”. Scrive in un documento il Collettivo autorganizzato dell’università Federico II.