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FABRIZIO SAVANI, IL GRILLINO “ATIPICO” DEL COMUNE DI PIZZAROTTI

fabrizio-savani-matteoderricoIntervista di Alessandro Trentadue, per il quotidiano la Repubblica, a Fabrizio Savani, consigliere 5 Stelle di Parma che si è distinto dalla maggioranza per i voti disgiunti e il “fuoco amico” su assessori e colleghi. Che infatti gli danno del “contestatore”. Le sue valutazioni sull’Amministrazione Pizzarotti.

Le prime volte che gli arrivavano gli applausi dell’opposizione in Consiglio comunale, Fabrizio Savani si metteva le mani nei capelli. E nei suoi folti ricci, le mani ci restavano un po’. Con gli occhi al cielo e qualche sbuffo, il consigliere del Movimento 5 stelle non si raccapezzava. Ma se perfino i consiglieri di minoranza sono arrivati a citare i suoi interventi come riferimento contro l’Amministrazione Pizzarotti e a dargli pacche sulle spalle per i suoi voti disgiunti dalla maggioranza, vuol dire che Fabrizio Savani fin dall’insediamento ha mantenuto una sua linea personale all’interno del gruppo di maggioranza a 5 Stelle. Quarantotto anni, responsabile per la sicurezza sul lavoro in diverse aziende, Savani rappresenta l’anima primordiale del Movimento 5 stelle, in particolare sul quella fortemente legata all’ambiente.

“Noi abbiamo vinto le elezioni grazie al default istituzionale, politico, morale, economico della Giunta precedente. Per una crisi ideologico-partitica vecchia come il cucco, mentre il Movimento promuoveva una freschezza nuova, di cittadinanza attiva e anche del volto nuovo di Federico Pizzarotti. Quando poi siamo entrati dentro le istituzioni, ci siamo convinti di essere lì per merito, mentre abbiamo vinto quasi per caso: come un allineamento dei pianeti. Io ho preso circa 150 voti, pochi se ci si pensa. Mi sono sentito subito inadeguato e mi sono messo a studiare tutte le carte che potevo per recuperare. Più imparo più mi rendo conto di quante cose mi mancano. Mentre altri si sentono perfettamente idonei al contesto istituzionale. Si sono immedesimati nel loro ruolo. Io per niente, mi agito, mi imbarazzo ancora oggi”.

Continua Savani, “A volte mi sento stretto nelle istituzioni. A volte ho un chakra negativo che sento come un peso fisico all’interno del Palazzo. Perché percepisco la distonia tra i voleri della Giunta e del Consiglio e la propensione ad aderire al nostro programma, che poi sono le promesse elettorali fatte ai cittadini. Vivo questa responsabilità come un peso, appunto, che mi deriva dall’essere un politico atipico. Non dico di essere meglio degli altri, ma questo eccesso di sensibilità mi penalizza in tante occasioni”.

E aggiunge, “Ci siamo presi troppo sul serio. Abbiamo perso la capacità di autoironia. Siamo diventati terribilmente formali, algidi, in giacca e cravatta. E questo è singolare dato che il Movimento nasce da un comico. Abbiamo sempre suscitato un senso di simpatia nei cittadini: adesso capita che ci vedono con la stessa antipatia dei politici”.

Sul ruolo all’interno della maggioranza dice: “Mi considerano, legittimamente, un contestatore. Li capisco: per loro penso di essere una zanzara.In un gruppo le differenze andrebbero armonizzate: il contestatore dovrebbe essere ben visto perché dà la possibilità di migliorarsi, di mettersi in discussione.

Su Parma e il futuro, “Il Movimento ha avuto questa immensa capacità di risvegliare la coscienza dei cittadini: di voler far rinascere in ogni persona il senso di cittadinanza, aiutandoli ad uscire dal torpore letargico mettendosi in gioco loro stessi senza delegare i politici di professione. Anche a livello locale abbiamo dato questa sterzata, che si percepirà tra anni. È chiaro che bisogna crescere a livello di comunicazione e condivisione. Nel 2017 esisteremo ancora, parteciperemo alle elezioni e voglio sperare di vincere”.

Poi afferma: “Se proseguiamo con questa logica, sarà dura. Se invece ci riappropriamo dei valori e della freschezza che ci ha fatto vincere le elezioni nel 2012 sarà tutto più facile”.

E su Grillo e Pizzarotti: “Grillo è sempre stato così: coerente al suo personaggio, anche mediatico, con le sue boutade forti. Mi ha sempre affascinato la sua capacità di attorniarsi di gente competente e rendere fruibile la politica con l’ironia. Perché stupirsi o scandalizzarsi di una persona che ha sempre fatto così? Pizzarotti che polemizza con Beppe Grillo secondo me non ha portato a una positività al Movimento, quando la polemica è fine a se stessa. Io non contesto il fatto che Pizzarotti abbia la sua autonomia e possa criticare in generale il Movimento 5 Stelle, ma questo deve valere a tutti i livelli del Movimento, me compreso. E qui torniamo al discorso di prima. Il leader non è quello che ti comanda di remare, ma è quello che rema insieme te e indica la direzione”.

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Alessandro Trentadue, intervista completa su la Repubblica