Era l’invito a creare confusione che falsamente viene fatto risalire al regolamento della marina borbonica, per confondere i visitatori o nemici.
Tutti si attendevano, dalla conferenza stampa di stamattina, che il sindaco di Campobasso sciogliesse il nodo della data di riapertura delle scuole del comune capoluogo.
Invece Gino Di Bartolomeo, dopo essere già stato sindaco fabbro, sindaco portiere del castello Monforte, sindaco idraulico, sindaco vigile, si è presentato nel nuovo ruolo di sindaco regista.
E così, all’insegna del volevamo stupirvi con gli effetti speciali, a tre anni dalla sua elezione a sindaco, aiutato da un filmato, scopriamo che la colpa di tutti i mali di Campobasso è da addebitare esclusivamente alle amministrazioni di centrosinistra.
Lui, la sua amministrazione, la maggioranza che lo sostiene, naturalmente, credono di non avere responsabilità per lo stato in cui si viene a trovare la città capoluogo: sporca, imbrattata, il centro storico degradato, le buche per le strade cittadine, i marciapiedi con pavimentazioni divelte, la segnaletica orizzontale inesistente, i parcheggi selvaggi, solo per fare alcuni esempi su temi cari al sindaco.
Sindaco ancora una volta ha toppato, si ricordi cosa dichiarò nelle “Linee programmatiche del mandato politico amministrativo del comune di Campobasso, quinquennio 2009 – 2014”: …«La precarietà, l’incertezza e l’inconcludenza del sistema – città messo in piedi da una transizione politica e amministrativa largamente deficitaria, quali sono state le tre precedenti sindacature, vanno pertanto tempestivamente e debitamente corrette su basi di lealtà sociale, di determinatezza economica, di lungimiranza culturale e di forte volontà politica. Dal che consegue una sola necessità: uscire in tempi rapidi da questa condizione. E per farcela non serve una maggioranza che comandi, ma una che governi! Che sia vicina ai bisogni della gente, a coloro che operano nell’economia, nelle professioni, nella scuola, nelle arti, nella ricerca scientifica, e in ogni altro campo o settore produttivo. E noi intendiamo governare. Di questa nostra città conosciamo la storia e la tensione morale di cui è intessuta, e su queste premesse, ribadiamo, faremo perno per vincere la grave inerzia in cui è finita»…
Sono passati tre anni dall’insediamento, tre anni di piagnistei, di non governo, di immobilismo, di annunci, e per mascherare tutto questo e non spiegare ai genitori degli studenti di Campobasso per quale motivo i loro ragazzi non possono andare a scuola come tutti quanti gli altri, cosa fa?