Proprio mentre Virginia Raggi è lanciata sulla strada della gloria, con 91 successi elencati dalla stessa sindaca sul blog di Beppe Grillo a inizio febbraio, i consiglieri capitolini M5S le mettono i bastoni tra le ruote – scrive Federico Capurso sul quotidiano la Stampa.
Il bizzarro intralcio viene creato nel corso di una sonnolenta seduta d’assemblea comunale. Il capogruppo pentastellato Paolo Ferrara prende la parola e chiede che venga ritirata la delibera per l’istituzione della «Consulta cittadina della sicurezza stradale, mobilità dolce e sostenibilità». Richiesta accettata, con il voto favorevole di tutti i consiglieri grillini presenti. Bizzarro, al di là del nome, perché questa delibera era al 69esimo posto tra i 91 trionfi firmati Raggi.
Cosa sia questa «Consulta cittadina» lo spiega il sito del Comune di Roma: «Sarà un luogo di confronto con operatori pubblici e privati e potrà fare anche proposte agli Assessori e alle Commissioni». Poi, terminato il confronto, «predisporrà annualmente una relazione sulle attività svolte, sullo stato della sicurezza stradale e della sostenibilità nella città di Roma». Un po’ nebuloso, ma tant’è. La delibera torna in cantiere, con chissà quale futuro per Raggi e per i cittadini romani che si vedono privati, almeno per ora, del successo numero 69 del Campidoglio.
«Non prendeteci in giro», chiedono i pochi consiglieri d’opposizione presenti in aula, «e se volete migliorare la delibera non fatelo in stanze segrete ma in aula o in commissione». Dall’altra parte, però, si va dritti per la propria strada. Forse, a marzo, la delibera tornerà sul banco di prova dell’aula.
E mentre si allungano i tempi per vedere i frutti della Consulta cittadina, i trionfi di Raggi scendono a quota 90. Certo, tendenzialmente ci si aspetterebbe che il numero di successi cresca, e non il contrario. È però altrettanto vero – si dirà – che è buona regola di rettitudine morale, quando si compie qualcosa di buono, proseguire sulla strada della modestia, senza sfoggi o vanità. Il successo deve quasi essere «timido». Di più, se va deliberato, meglio il ritiro.