Svolta garantista nel Movimento 5 stelle che domani sarà chiamata a votare in rete il «Codice di comportamento del MoVimento 5 Stelle in caso di coinvolgimento in vicende giudiziarie», pubblicato oggi da Beppe Grillo sul suo Blog. Nel testo spicca una frase «la ricezione, da parte del portavoce, di informazioni di garanzia o di un avviso di conclusione delle indagini non comporta alcuna automatica valutazione di gravità dei comportamenti potenzialmente tenuti dal portavoce stesso», che da molti è stata letta come una vera e propria virata da parte di Grillo.
Nel comunicato si legge che il Codice ha lo scopo di garantire una condotta, da parte dei portavoce eletti, ispirata ai principi di lealtà, correttezza, onestà, buona fede, trasparenza, disciplina e onore, rispetto della Costituzione della Repubblica e delle leggi. Il testo, ricorda in «legalese» che per gli eletti, non contano solo le condanne penali: «Ai sensi dell’art. 54 della Costituzione, i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore: nell’adempimento di tale dovere, ogni portavoce tiene comportamenti eticamente ineccepibili, anche a prescindere dalla rilevanza penale degli stessi».
Le valutazioni in merito agli eletti del M5s spettano al Garante al Collegio dei Probiviri od al Comitato d’appello, che «compiono le loro valutazioni in totale autonomia», quando «hanno notizia dell’esistenza di un procedimento penale» che coinvolge un portavoce del M5s. A prescindere dall’esito e dagli sviluppi del procedimento penale, il comportamento tenuto dal portavoce può essere considerato grave anche durante la fase di indagine, quando emergono elementi idonei ad accertare una condotta che può anche essere indipendente e autonoma rispetto ai fatti oggetto dell’indagine. Inoltre il Garante il Collegio dei Probiviri o il Comitato d’Appello possono valutare la gravità dei comportamenti tenuti dai portavoce, a prescindere dall’esistenza di un procedimento penale.
In qualsiasi fase del procedimento penale, il portavoce può decidere di auto-sospendersi dal M5s senza che ciò implichi di per sé alcuna ammissione di colpa o di responsabilità. Tuttavia, l’autosospensione può essere valutata quale comportamento suscettibile di attenuare la responsabilità disciplinare. E’ considerata grave ed incompatibile con il mantenimento di una carica elettiva quale portavoce del M5s la condanna, anche solo in primo grado, per qualsiasi reato commesso con dolo. E’ rimessa alla discrezionalità del Garante e del Collegio dei Probiviri o del Comitato d’appello (e non comporta alcuna automatica presunzione in tal senso) la valutazione della gravità di fatti che configurano i c.d. reati d’opinione ipotesi di reato concernenti l’espressione del proprio pensiero e delle proprie opinioni, ovvero di fatti commessi pubblicamente per motivi di particolare valore politico, morale o sociale.
I portavoce, quando ne hanno notizia, hanno l’obbligo di informare immediatamente e senza indugio il gestore del sito www.movimento5stelle.it, dell’esistenza di procedimenti penali in corso nei quali assumono la qualità di indagato o imputato nonché di qualsiasi sentenza di condanna o provvedimento ad essa equiparato.
In previsione di un avviso di garanzia rivolto contro la prima cittadina di Roma Virginia Raggi, Beppe Grillo corre ai ripari mettendo mano al codice etico del Movimento, definendo in 6 punti quale dovrà essere la condotta del M5S e dei sui esponenti in caso di indagini della Magistratura.
Immediato il commento di Pizzaroti affidato a Facebook:
“Quando il Movimento 5 Stelle mi aveva sospeso illegittimamente mancava un regolamento sulle sospensioni e uno sul codice di comportamento- scrive Pizzarotti – nelle controdeduzioni che mi erano state chieste lo feci notare: impossibile e illegittimo sospendermi se mancano i regolamenti per farlo. Da parte dei vertici silenzio assoluto, lo stesso da parte del direttorio, ora rottamato senza neppure una spiegazione”.
“A distanza di ben sei mesi, continua il sindaco di Parma – è arrivata la conferma di quanto ho sempre fatto notare. Il punto è semplice: chi fa notare le incongruenze e i gravi errori di una forza politica non è un traditore, né un infiltrato, ma una persona che con onestà intellettuale dice le cose esattamente come stanno, proponendo giuste soluzioni e senza aver paura delle conseguenze di tenere la testa alta”.
“Chi tace, piega la testa – ribadisce Pizzarotti – e non sa formulare un benché minimo pensiero critico è solo uno yesman. E oggi continuo a vedere molti yesman, ma pochi politici con una loro coerenza e una loro autonomia”.