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GRILLO VUOLE INCONTRARE MATTARELLA. COME FECE CON NAPOLITANO

ITALY-POLITICS-PARTY-FIVE STAR-GRILLOAveva ringraziato spiegando che no, non sarebbe stato al Quirinale per l’insediamento di Sergio Mattarella, e in molti avevano ragionato sulla questione di opportunità mediatica, sull’ennesimo sgarbo istituzionale verso il palazzo. Poi, nel giro di poche ore, si era capito che Beppe Grillo semplicemente non era in Italia. Nelle ore cruciali per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica si era imbarcato su un volo per gli Stati Uniti insieme alla moglie per staccare qualche giorno dalla campagna elettorale permanente che porta avanti da oltre due anni.

Poi però era arrivata una lettera, cordiale, quasi affettuosa. Nove auspici per il settennato. Costituzione, lotta alla criminalità, centralità del parlamento: i capisaldi del Movimento messi uno dopo l’altro. Fiducia e ascolto. La stessa che la prossima settimana Beppe Grillo porterà al Quirinale per l’incontro con Mattarella. La richiesta di vedere il capo dello Stato potrebbe partire già lunedì, dopo che il direttorio del M5S avrà incontrato a Palermo il pm Di Matteo, terzo classificato alle Quirinarie del Movimento.

Ma le richieste che la delegazione Cinque stelle porterà nella valigetta saranno ben più stringenti dei bonari auspici di Grillo: su tutte la richiesta di un monito per chiedere al Parlamento di mettere in cantiere il reddito di cittadinanza e un altro per aumentare la percentuale di eletti con le preferenze nell’Italicum. Il “pacchetto Di Maio”, quello che il vicepresidente della Camera aveva già sottoposto a Napolitano prima delle sue dimissioni.

«All’inizio erano anche ossequiosi – confidava il presidente emerito in Transatlantico qualche giorno fa – poi gli è girata in un altro modo». In effetti da quell’incontro, dalla prima volta al Colle, Grillo uscì con una buona impressione: «Certo, nelle sale manca il wifi, ma altro che Morfeo, dovremmo trovargli un altro nome», aveva concesso, stringendosi tra Vito Crimi e Roberta Lombardi nel cortile del palazzo. Poi sono arrivati i governi Letta e Renzi, il Movimento s’è arroccato sulle sue posizioni e la dialettica col Colle è rimasta affidata ai lunghi post d’accusa sul blog di Grillo.

Stavolta i Cinque stelle ci riprovano. «Voltare pagina» è l’ordine diffuso dai vertici, anche se per ora l’umore nel gruppo resta scettico e in molti non si fanno troppe illusioni sulle possibilità che Mattarella accolga il pacchetto di richieste che presenterà il Movimento. «Se davvero sarà solo un notaio, un arbitro imparziale, dovrà dimostrarlo tirando fuori qualche cartellino giallo a Renzi», spiegava nel pomeriggio un senatore M5S in viaggio di ritorno verso casa, aggiungendo che «non basterà che sembri più imparziale di Napolitano, dovrà fare qualche gesto concreto nella nostra direzione se vuole guadagnarsi la nostra fiducia».

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Francesco Maesano per La Stampa