La violenza delle parole è peggio di quella fisica, anche perché per esercitare quella faccia a faccia ci vuole coraggio e preparazione, mentre quella delle parole sui social è su misura per vigliacchi che si nascondono dietro un profilo.
Tanto è facile celarsi dietro espressioni vaneggianti che sgorgano dal sentito dire, quanto è difficile sostenere un ragionamento de visu. Se questo è il rapporto, sostenere apertamente davanti a un microfono – racconta Angelo Santoro su Avantionline.it – che i bambini vengono ogni giorno seviziati nei campi profughi libici è qualcosa di complicatissimo.
Il nostro Paese va in frantumi e le due parti che recitano la commedia dell’arte si sbranano scegliendo come campo di battaglia Bibbiano, vicenda su cui politici a caccia di onde da surfare si contendono la pentolaccia della cuccagna. È utile sapere se “I bambini non si toccano” sia uno slogan riguardante alcuni bambini e non altri. È utile sapere se le violenza subite dai bambini italiani siano più gravi di quelle subite nei campi libici… se tutti i minori hanno gli stessi diritti di essere protetti da parte della comunità internazionale.
Accade invece che nel mentre sussurriamo – aggiungendo mille cavilli e milioni di “se” e “ma” alla discussione – il diritto alla vita per i bambini migranti, ci indigniamo per lo scandalo di Bibbiano, oggetto di strumentalizzazione politica da ogni parte, con la sinistra che mostra una laconica prudenza sui fatti e una destra a caccia di giustizialismo e di imputati “politici”, più che di giustizia. Il che fa tornare prepotente alla memoria la canzone di Giorgio Gaber “Ma cos’è la Destra?… cos’è la Sinistra!?”
Sta di fatto che, dei diritti dei minori, quando non c’è nessun campo da utilizzare strumentalmente per fini politici, non frega nulla a nessuno. Altrimenti, perché non una parola viene spesa su quanto avviene nei campi libici? Eppure, Amnesty International, Save the Children, l’Onu, l’Unicef (non proprio i blog delle fake news, insomma…) sono anni che fanno luce sul problema. Possibile che, a meno che non ci sia una scandalo che riguardi il Pd o la Lega, di quanto avviene al di là del proprio naso non importa a nessuno?
Si parla di accoglienza o di porti chiusi, delle navi della Sea-Watch che rifiutano – giustamente, aggiungerei! – di riportare i migranti indietro nelle coste libiche, ma si continuano ad omettere le condizioni da cui scappano i migranti con tanti bambini al seguito, che non sono solo guerra e fame, bensì quelle di una guerra strisciante per la sopravvivenza nei campi libici, in cui privazione della libertà, sevizie, torture, stupri e violenze di ogni genere sono all’ordine del giorno.
Per favore, basta strumentalizzazioni! Che intervenga l’Onu e la comunità internazionale! Quanto a noi, dovremmo ricordarci che sulla vita dei bambini – bianchi, neri, gialli, à pois che siano – non si scherza, e fare due pesi due misure è da vigliacchi, oltre che da ipocriti imbecilli!