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IL CONSIGLIERE GRILLINO MOLISANO CHE ESULTA PER I TAGLI ALLA STAMPA: “UN SISTEMA MARCIO”

Nei giorni scorsi il senatore Vito Crimi, sottosegretario pentastellato alla Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, ha annunciato dal palco del Circo Massimo alla platea di Italia 5 stelle: “Noi non attacchiamo ma difendiamo la libertà di stampa. La politica dà soldi che sono serviti a finanziare gli editori, a tenere in piedi giornali che nessuno altrimenti avrebbe comprato. E malgrado tutto l’emorragia continua, il giornalista è ancora sottopagato, chiudono tre edicole al giorno. Noi denunciamo queste cose con i fatti. E’ con grande orgoglio che vi annuncio che aboliremo il finanziamento pubblico ai giornali”.

Ed ecco che il consigliere regionale del Molise, il grillino Andrea Greco, su Facebook rilancia e ci mette il carico:

“I giornali gravano sulle tasche degli italiani per 100 milioni di euro l’anno. È una cifra iperbolica, che potremmo investire per istruzione, sanità e tanto altro. Con il governo del cambiamento per il 2019 il contributo scenderà a 34 milioni, e nel 2020 sarà azzerato. Questa è una certezza, così come è certo che smetteremo di sovvenzionare un sistema marcio, con qualche eccezione, che non ha informato il Paese ma lo ha reso ostaggio della disinformazione. È per questo che ogni giorno è buono per screditarci. Stateci accanto, facciamo rete e difendiamo la verità”.

Salvo lamentarsi quando la stampa non diffonde i comunicati. Al giornale on-line Op Channel.it che lo ha intervistato sull’argomento ha affermato:
“Ma disinformazione vuol dire non solo informare male, ma anche non informare. In Molise, per fare un semplice esempio, solo ieri abbiamo comunicato una interrogazione al Parlamento europeo sulla gestione del trasporto pubblico urbano nella nostra regione, un atto firmato dalla nostra eurodeputata Rosa D’Amato e frutto dell’incontro che abbiamo avuto con lei a Bruxelles il mese scorso. Ebbene, di questa comunicazione non v’è traccia sui quotidiani locali, come su molti giornali telematici”.
Immediata e decisa la replica della presidente dell’Ordine dei giornalisti Pina Petta alla dichiarazione di Andrea Greco:
“L’intervento del Consigliere regionale del Movimento 5Stelle, Andrea Greco, ci lascia senza parole. E’ una offesa a tutto il mondo del giornalismo, è una offesa soprattutto a quei colleghi che, pur nella precarietà ormai tanto diffusa, svolgono quotidianamente con sacrificio un egregio lavoro per garantire al cittadino una corretta informazione”. “Non vogliamo alimentare sterili polemiche, sollecitiamo piuttosto il Consigliere regionale 5Stelle, Andrea Greco, a chiedere scusa a tutti i giornalisti molisani e non. Siamo sempre disponibili per un confronto sereno che porti a costruire e non a distruggere, perché la libertà si difende anche con la pluralità dell’informazione. Un pluralismo che i giornalisti molisani continueranno a garantire anche senza fondi pubblici. La dignità, Consigliere Greco, non si compra al supermercato con l’eventuale reddito di cittadinanza. La dignità non si svende. La dignità va semplicemente rispettata. Questo chiedono i giornalisti. Questo chiedono i cittadini”.
Per l’Ordine dei giornalisti del Molise quelle di Greco sono parole “che offendono tutta la categoria e soprattutto quei colleghi che, pur nella precarietà ormai tanto diffusa, svolgono quotidianamente con sacrificio un egregio lavoro per garantire al cittadino una corretta informazione”.
Invitando Greco a chiedere scusa per le sue dichiarazioni (cosa che probabilmente il consigliere non farà visto che quella è, in fondo, la posizione ufficiale del Movimento), l’Ordine si è detto disponibile a un confronto “che porti a costruire e non a distruggere, perché la libertà si difende anche con la pluralità dell’informazione. Un pluralismo che i giornalisti molisani continueranno a garantire anche senza fondi pubblici. La dignità, consigliere Greco, non si compra al supermercato con l’eventuale reddito di cittadinanza. La dignità non si svende. La dignità va semplicemente rispettata. Questo chiedono i giornalisti. Questo chiedono i cittadini”.
E poi Grillo e i 5 Stelle si chiedono perché sulla libertà di stampa l’Italia è indietro rispetto ai maggiori Paesi dell’Unione Europea.
L’Italia è al 46mo posto nella classifica sulla libertà di stampa stilata da Reporter senza frontiere (RSF), sempre staccata dai maggiori partner Ue – scrive Next Quotidiano –  ma comunque in miglioramento allo scorso anno quando era 52ma. Dal World Press Freedom Index emerge che il nostro Paese ha un coefficiente sulle limitazioni alla libertà per i media di 24,12 (era 26,26), appena più alto di quello degli Stati Uniti (23,73) che si collocano subito prima al 45mo posto.
Reporter senza frontiere ricorda che “in Italia 10 giornalisti vivono sotto scorta per le minacce di morte” e sottolinea che “violenze e intimidazioni sono a un livello allarmante e crescente, soprattutto in Campania, Calabria e Sicilia”, ma nonostante tutto “coraggiosi cronisti continuano a svolgere le loro inchieste”. “Molti giornalisti italiani”, sottolinea sempre il rapporto, “sono preoccupati dalla vittoria elettorale di M5s che spesso ha criticato i media e non ha esitato a fare i nomi dei giornalisti sgraditi“. “Sempre più giornalisti si autocensurano a causa delle pressioni dei politici”, si legge ancora nel giudizio sull’Italia, in cui si ricorda pure una proposta di legge per punire fino a nove anni di carcere chi diffama un politico o un magistrato. La classifica è guidata dalla Norvegia (coefficiente 7,63) seguita da Svezia, Olanda e Finlandia. Tra i maggiori Paesi Ue la Germania è 15ma, la Spagna 31ma, la Francia 33ma e la Germania 40ma. Male ancora una volta la Russia che si conferma 148ma, fanalino di coda mondiale è il sultanato del Brunei.

In Italia “numerosi addetti dell’informazione sono sempre più preoccupati a causa della recente vittoria alle elezioni legislative di un partito, il Movimento 5 Stelle, che ha spesso condannato la stampa per il suo lavoro e che non esita a comunicare pubblicamente l’identità dei giornalisti che lo disturbano”, si legge nel rapporto.
Non a torto i giornalisti sono preoccupati, perché se andiamo a scavare nel recente passato – scrive il sito Orticalab.it – così per grandi linee, ritroviamo l’iniziativa “Giornalista del giorno” che consente agli attivisti di denunciare le firme che non piacciono con foto e curriculum caricati sul blog, oltre a svariate dichiarazioni di Beppe Grillo tra cui una del settembre 2017 in cui affermava di voler mangiare i giornalisti solo per il gusto di poterli poi vomitare e ancora il giornalista de La Stampa Jacopo Iacoboni tenuto fuori dalla manifestazione organizzata dalla fondazione Gianroberto Casaleggio, a Ivrea. Mentre ultima – ma solo in ordine di tempo – è l’uscita del nuovo capo politico dei pentastellati, Luigi Di Maio, che in una lettera ha parlato così dell’informazione sulle reti pubbliche: «Sono ripartite le richieste ai Tg Rai di fare servizi contro di noi. Negli ultimi 50 giorni ci avevano trattato con i guanti bianchi perché avevano paura che andassimo al governo e sostituissimo i direttori. Lo faremo molto presto grazie a una legge finalmente meritocratica».
Insomma le classifiche possono essere considerate serie o meno, sensate o no – allo stesso modo le Giornate dedicate alla libertà di stampa – resta che l’atteggiamento di questo movimento politico fa partire una macchina del fango contro chi fa informazione che porta inevitabilmente all’autocensura.