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IL M5S VIETA I “VAFFA”

Il nuovo statuto proposto da Giuseppe Conte, rifiuta “le espressioni verbali aggressive devono essere considerate al pari di comportamenti violenti”

In breve – come racconta Fanpage.it -, si prende una netta distanza dalle modalità con cui è nato lo stesso Movimento, che nel linguaggio irriverente del fondatore aveva trovato un posizionamento politico di rifiuto verso quello che era considerato il sistema e lo status quo della classe dirigente.

Insomma, agli esponenti del Movimento Cinque Stelle sarà vietato dire le parolacce nelle dichiarazioni pubbliche: un bel cambiamento se si pensa che il Movimento è nato proprio dai “Vaffanculo-Day” di Beppe Grillo.

Infatti, il punto o) della carta dei valori si intitola: “cura delle parole” e indica che “le espressioni verbali aggressive devono essere considerate al pari di comportamenti violenti”. In pratica prescrive ai rappresentanti del Movimento di non usare parolacce nelle dichiarazioni pubbliche: una misura notevole, dato che il Movimento nacque di fatto con una serie di “Vaffanculo-Day” indetti da Beppe Grillo in varie città italiane fra l’8 e il 9 settembre 2007.

“La cura delle parole, l’attenzione per il linguaggio adoperato sono importanti anche al fine di migliorare i legami di integrazione e di rafforzare la coesione sociale. Le espressioni verbali aggressive devono essere considerate al pari di comportamenti violenti. La facilità di comunicare consentita dalle tecnologie digitali e alcune dinamiche innescate dal sistema dell’informazione non devono indurre a dichiarazioni irriflesse o alla superficialità di pensiero. Il dialogo profondo, il confronto rispettoso delle opinioni altrui contribuiscono ad arricchire la propria esperienza personale e l’esperienza culturale delle comunità di rispettiva appartenenza.”