A Gela, il comune guidato dal grillino Domenico Messinese, esiste un protocollo d’intesa con Eni, firmato il 6 novembre scorso, che prevede trivellazioni a mare ed investimenti per 1 miliardo e 800 milioni di euro.
Per questo motivo il comitato No Triv di Licata ha scritto una mail al sindaco Messinese. «Inutile dire – affermano gli attivisti – che la comunità di Licata si aspetta che venga ridimensionata la smania devastatrice di Eni e che vengano fermati i progetti di trivellazioni, coerentemente con quanto da lei promesso in campagna elettorale».
Un appello al quale Messinese però non ha finora risposto. Interpellato al telefono da Meridionews, il sindaco pentastellato si giustifica: «Rientro domani, sono stato tra Roma e Milano per parlare di Gela all’Expo e non ho letto la mail». Per poi ribadire un messaggio implicitamente rivolto anche alla frangia dissidente dei Cinquestelle, con le due fazioni ormai separate in casa e con due meetup diversi: «Quel protocollo e l’accordo di programma su cui stiamo lavorando sono due cose distinte e separate».
Resta il fatto che i progetti Eni in Sicilia, al netto di una riconversione finora rimasta sulla carta, si incentrano sul progetto offshore ibleo. «Col prezzo attuale del petrolio e con la scoperta del giacimento in Egitto, sono convinto che sia un progetto che muore da solo – conclude Messinese – Non conviene metterci il becco».