LA SCUOLA DELLE REGGENZE
Riparte la scuola e torna, accentuato, il fenomeno delle reggenze.
Il nuovo anno scolastico ha tolto in molte scuole sottodimensionate il preside a tempo pieno, introducendo la figura del dirigente a scavalco con altre scuole.
In provincia di Campobasso ci sono almeno due casi di presidi, mandrake per scelta personale (è il caso di ribadirlo), che si dovranno dividere più di due scuole: uno a Campobasso (4 scuole su 5 sedi), l’altro a Termoli (3 scuole su 6 sedi).
Anche se il record nazionale spetta a Carlo Viara, dirigente scolastico che si dovrà dividere su mezza provincia di Brescia, tra 18 scuole, 2.700 alunni, 230 insegnanti e una cinquantina tra impiegati e bidelli.
Questi incrementi dell’istituto della reggenza hanno diverse origini:
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la manovra estiva del 2011 del governo Berlusconi, che impone accorpamenti di istituti scolastici con in media mille alunni diretti dallo stesso preside, con conseguente forte risparmio per le casse pubbliche. Una dirigenza costa, allo Stato, circa 50 mila euro l’anno, una reggenza non arriva a diecimila;
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la mancata assunzione di nuovi dirigenti, dovuto al blocco di un concorso poco credibile ed esposto a mille cavilli;
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l’assenza di un piano di un piano di dimensionamento scolastico, per l’annullamento da parte del TAR di quello approvato dal consiglio regionale risultato, assolutamente, non adeguato alle esigenze del territorio, ma che si presentava incoerente, viziato e funzionale solo a interessi politici particolari e campanilistici.