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LA SINDROME DI CALIMERO

Una pubblicità degli anni 60 che i “diversamente” giovani, come me, ricorderanno raccontava le disavventure di Calimero, il pulcino piccolo e nero, che si autocompativa perché perseguitato dal mondo intero.

Della stessa sindrome sembra soffrire Angelo Michele Iorio che, in questi giorni, si sente vittima di un complotto della stampa nazionale.

Di fronte alla telecamera di “Report”, trasmissione della terza rete RAI, incalzato dalle domande del giornalista Emilio Casalini sulle tante vicende di finanziamenti e intrecci, sull’acquisizione di quote societarie di aziende in crisi come la Solagrital, lo Zuccherificio o la Ittierre e sulla FinMolise, la finanziaria della regione, collegata a società anonime lussemburghesi, cipriote e panamensi, il presidente Iorio, visibilmente a disagio, ha affermato di non sapere nulla.

Il titolare del governo regionale, che non sa cosa succede nell’ente che amministra, invece di esprimere riconoscenza nei confronti di chi, in qualche modo, lo tiene al corrente delle cose che accadono, che fa? Si mette a gridare al complotto e denunciare «una regia ben precisa, una regia anche temporale», come se il servizio televisivo “Sistema Michele”, mandato in onda da “Report”, avesse il potere di influenzare i giudici del Consiglio di Stato che si dovranno pronunciare sull’annullamento delle elezioni regionali del 2011.

Nel pubblico governo la trasparenza e alla base di qualsiasi amministrazione e per questo, Iorio, dica ai molisani dove vanno a finire i loro soldi, dica come vengono utilizzati i fondi regionali e, soprattutto, dica perché devono pagare ticket esosi sulle ricette mediche, dica come mai i giovani non riescono a trovare uno straccio di lavoro e per quale ragione perfino le aziende che finanzia con soldi pubblici, per centinaia di milioni, mandano in mezzo alla strada i padri di famiglia.

Per fortuna che da qualche tempo il Molise, comincia ad essere oggetto di attenzione da parte della stampa nazionale per il modo con cui, in questi ultimi dieci anni, viene governato. Infatti, e non è un male, giornali come il “Corriere della Sera”, “la Repubblica”, “La Stampa”, “Il Fatto quotidiano” oltre a servizi televisivi di “La 7”, “Report” e “Striscia la Notizia” hanno mostrato interesse a raccontare cosa succede in questa regione e non certo per gettare fango sul Molise, ma per far conoscere, con il rilievo che merita, quello che succede in questa minuscola regione.

Ben venga l’informazione al servizio dei cittadini, l’informazione della verità, l’informazione che racconta le cose e gli avvenimenti.

Questa informazione, Vescovo Bregantini, non getta fango sul Molise e nemmeno sui molisani, al contrario del fango che spesso viene usato per coprire e lei che è stato vescovo di Locri lo sa bene. “Non possiamo tacere”.

mader