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LA TESTUGGINE

Se non fosse un argomento serio ci sarebbe da ridere. L’attacco paventato da Di Maio con toni da tragedia greca al Movimento, al governo e ai cittadini che vogliono il cambiamento fa sorridere nel momento che a parlarne è un ministro e vicepremier. Ma la verità è che Di Maio si sente messo nell’angolo.
La Tap è solo l’ultimo clamoroso caso della inconcludenza dell’azione del nostro. Le promesse sono franate davanti ai fatti e sono venute a galla improbabili verità con cui Di Maio ha tentato di mascherare la sua mancata parola.

Per fortuna, perché la Tap è un’opera fondamentale in grado di portare il gas dall’Azarbaigian fino da noi. Difficile credere che le proteste e le promesse di Giggino avessero potuto fermare l’opera in Albania. Ma lo ha fatto. Ha venduto questa verità lucrandoci in campagna elettorale. Ora Di Maio si sente nell’angolo, allora alza il tiro e rivendica il suo operato di governo in un lungo post sul blog delle stelle: “Come avete visto in questi giorni siamo sotto attacco totale – scrive il vicepremier pentastellato – Da parte di tutti gli avversari esterni. Media, partiti, tecnocrati”. “Il motivo è semplice – aggiunge – stiamo portando a casa la Manovra del Popolo che dimostrerà ai cittadini di tutta Italia e di tutta Europa che una nuova politica fatta non di tagli, ma di investimenti è possibile”.
E ancora: “Questo attacco sconsiderato da parte di nostri concittadini capi di partito, direttori di giornali e burocrati, non sono solo contro il governo e contro il MoVimento 5 Stelle, ma contro tutta l’Italia. Anziché stare dalla parte del popolo che rialza la testa, hanno deciso di stare dalla parte delle élite che hanno distrutto il nostro sistema sociale e che si avviano verso il declino”. Quindi, sottolinea il ministro, “questi attacchi non mi fanno paura e non devono fare paura neppure a voi. Siamo seduti dalla parte giusta della Storia e se avanzeremo insieme compatti anche la vittoria di questa battaglia sarà nostra”. Una farsa tragicomica se non fosse in ballo il Paese.
In pochissimo tempo Di Maio ne ha inanellate una dopo l’altra. Dalla Tap all’Ilva, dal condono fiscale a quello per Ischia, dalla Tav alle banche fino alle sparate finali delle manine invisibili e quelle contro Draghi che a detta di Giggino dovrebbe guidare la Bce avendo un occhio di favore verso l’Italia.
Intanto la manovra è alle porte del Parlamento. Il ministro dell’economia Giovanni Tria è stato a palazzo Chigi per un colloquio con il presidente del consiglio Giuseppe Conte sulla manovra. La legge di bilancio arriverà in Parlamento mercoledì prossimo. Il testo è chiuso – spiegano fonti di Palazzo Chigi – ed è al vaglio della Ragioneria e del Mef. Verranno introdotti con “appositi provvedimenti normativi” il reddito di cittadinanza e la riforma delle pensioni con quota 100. Lo conferma la nuova bozza di legge di bilancio, datata 29 ottobre. Resta invariato l’articolo che dispone l’istituzione di due fondi da 9 miliardi per il reddito e di 6,7 miliardi (7 miliardi dal 2020) per le pensioni. Nella nuova bozza si precisa che “nell’ambito del Fondo per il reddito di cittadinanza, fino a 1 miliardo nel 2019 e 2020” va ai centri per l’impiego, “fino a 10 milioni” all’Anpal.
Al Capo dedicato alla riduzione della pressione fiscale entra una proposta che istituisce un’imposta al 15% per gli insegnanti su quanto percepito da lezioni private e ripetizioni. Dal primo gennaio 2019 “i titolari di cattedre nelle scuole di ogni ordine e grado”, potranno chiedere – dispone la norma – l’applicazione di “una imposta sostitutiva dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali pari al 15%, salva opzione per l’applicazione dell’imposta sul reddito nei modi ordinari”.
Fonte: Avantionline