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LE BANCHE CON I SOLDI DELLA BCE SPECULANO ANCHE SUI CASSAINTEGRATI

soldiGli istituti di credito lucrano sulle tragedie sociali creando un cartello attorno agli ammortizzatori sociali. E’ la cinica legge della finanza perversa.

Funziona così: l’Inps dalle casse esangui ormai non ha più le risorse sufficienti per far fronte alla sempre più crescente richiesta di cassa integrazione ed ecco che compare la banca-piovra che anticipa il denaro ai suoi tassi di interesse.

Secondo i dati riportati dai sindacati il 2013 vede un aumento esponenziale di richieste di ‘aiuti sociali’ per i lavoratori: 90 milioni di ore di cassa integrazione, una crescita del 61,6% in più rispetto al 2012, in cu le ore erano 54 milioni di ore.

Il 2013 si prospetta come l’anno della degenerazione economica, una situazione drammatica.
Ma le banche pensano di trarre vantaggio, già lo stanno facendo, da questo scenario di macelleria sociale, ricavando profitti dal tracollo delle imprese e delle famiglie.

I tassi di interesse imposti dagli istituti di credito allo Stato variano dal 15 al 22%, all’inizio il rapporto è regolato da un conto corrente gratuito, ma dopo sette mesi la convenzione prevede che si aggiorni in un normale conto bancario con aggravi per il correntista, cioè noi, lo Stato, e guadagni per l’impresa, vale a dire la banca. Ovviamente reinvestono i quattrini ricevuti dalla Bce ad un tasso agevolato dell’1%.

Ci mancava il business della crisi economica, trarre ricchezza dalla disperazione, da parte di chi, il sistema bancario, in questo momento taglia, licenzia, prepensiona.

23 mila dipendenti bancari mandati a casa in particolare 4 mila per Intesa SanPaolo, 2400 lavoratori in Unicredit e 1660 per il Monte dei Paschi di Siena; mentre una buona fetta di 20 mila lavoratori saranno licenziati entro il 2017.

Per non parlare degli esodati e di chi, pur di non perdere il lavoro, impiegati o dirigenti che siano, accettano un declassamento delle loro mansioni.

mader