LE GRILLINE DA RIBELLI A “SCIURE”
Su Next Quotidiano Dario Ferri riprende un articolo del Giornale, scritto dalla giornalista Laura Cesaretti, sulla trasformazione delle parlamentari grilline.
“Un articolo a firma della cattivissima Laura Cesaretti sul Giornale di oggi non mancherà di suscitare una robusta incazzatura dalle parti del MoVimento 5 Stelle: «Metamorfosi a 5 Stelle – In politica di ribelli, ora tutte all’ultima moda», racconta l’articolo pubblicato a pagina due dal quotidiano, che descrive il salto di status sociale delle parlamentari grilline grazie “all’aumento esponenziale del loro reddito” e vuole suggerire che per molti Cittadini l’entrata in parlamento ha rappresentato una svolta per la propria carriera:
Basti pensare al volto più noto del grillismo rampante, l’azzimato Luigi Di Maio che da eterno stu-dente fuoricorso coi soldi di papi si è trovato sbalzato a vicepresidente della Camera, con ufficio megagalattico al piano nobile di Montecitorio, commessi a disposizione e vestitini cuciti su misura da un sarto,come ha confessato lui stesso.
Ma l’obiettivo più succoso dell’articolo sono le parlamentari grilline:
Approdate nel 2013 con l’irruenza e il look di un esercito di squatter, pronte a trasformare il Palazzo in un centro sociale, le parlamentari grilline sono quelle che hanno subito la più vertiginosa trasfor-mazione, a cominciare dall’aspetto. D’altronde basta dare un’occhiata ai loro redditi per capire cosa è cambiato, e quanto conti poter investire denaro in coiffeur di grido, boutique di tendenza, centri estetici all’avanguardia. Molte parlamentari (e lo stesso vale per gli uomini) sono passate in due anni da reddito zero a uno (dichiarato, perché diarie e rimborsi sono fuori) che oscilla tra i 70 e i 100mila euro. Qualche esempio? La rumorosa Paola Taverna, da receptionist in un laboratorio di analisi, nel 2013 dichiarava 12.800 euro, più qualche reddito da immobili. Ora ne dichiara 88 mila: si capisce che possa spendere in stiraggio della chioma ribelle, gioiellini bon ton e giacche sciancrate. Ama capi e borse firmati, la senatrice, e secondo un gossip interno al gruppo M5S ci sarebbe stata anche la storia di uno scontrino per un paio di scarpe chic finito nelle spese di rappresentanza. Malignità, sicuramente false.