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LE METAMORFOSI POLITICHE DI ENRICO MONTESANO. #LACOERENZAANDRÀDIMODA

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«Lo dissi già sette anni fa, alla fine del secondo Rutelli e quindi in epoca non sospetta, che per Roma era utile un cambiamento. E sono contento che questo cambiamento sia avvenuto con Alemanno anche perché Roma aveva ormai una sorta di cappa dal punto di vista economico-amministrativo che la schiacciava». «Penso che questa sia una ventata di cambiamento e novità. Inoltre Gianni, come me, è uno scalatore: l’importante è arrivare in cima alla vetta e penso proprio che lui ci arriverà realizzando il suo programma». Così la pensava Enrico Montesano nel 2008.

«Il mio voto non è più ideologico. E’ pragmatico, come dovrebbe essere. Destra e sinistra sono robe del secolo scorso». Così la pensa Enrico Montesano.

Infatti, Montesano politicamente nasce socialista libertario e nel 1993 si affacciava alla politica istituzionale, con il Pds, entrando al Consiglio comunale di Roma, con Francesco Rutelli sindaco. Nel 1996 diventa eurodeputato, tra le fila dei socialisti europei. La sua esperienza a sinistra continuava anche fuori i Palazzi. Partecipava alle Feste dell’Unità dove si esibiva, applaudito e benvoluto. Un pedigree rosso fuoco, dunque, che tuttavia non lo sottrasse da una serie di flirt, più o meno clamorosi, con il centrodestra. Si parte dal mezzo sostegno nel 2001 a favore della candidatura del forzista Antonio Tajani a Sindaco di Roma. Poi presenzia ad una convention di Gianfranco Fini nel 2004, perché «qui c’è la vera anima sociale, l’attenzione verso i più deboli, la cura per chi è rimasto indietro». «Stando qui – sosteneva- uno si sente socialista». Anche allora, come ieri sera, quindi, «non si poteva non andare». Ovvio, quando An stava al governo. E ancora non si poteva non andare nel 2008, con il centrodestra appena vittorioso alle elezioni politiche e lanciatissimo, con a capo Gianni Alemanno, nella conquista del Campidoglio.

«Lo dissi già sette anni fa, alla fine del secondo Rutelli e quindi in epoca non sospetta, che per Roma era utile un cambiamento. E sono contento che questo cambiamento sia avvenuto con Alemanno anche perché Roma aveva ormai una sorta di cappa dal punto di vista economico-amministrativo che la schiacciava», dichiarava allora Montesano. «Penso che questa sia una ventata di cambiamento e novità. Inoltre Gianni, come me, è uno scalatore: l’importante è arrivare in cima alla vetta e penso proprio che lui ci arriverà realizzando il suo programma».

Eccolo poi, qualche anno dopo, con la caduta di, cominciare la sua esperienza di indignato, prima nel Movimento Libertario, poi il salto nell’empireo dei ribelli da palcoscenico, osannato dal Movimento 5 Stelle.

mader