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LE VIGNETTE DI RIMA: IL PANTHEON DELLO STATISTA DI MAIO

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“Lepenisti? Marxisti? Non avete capito nulla!”. A gennaio Alessandro Di Battista liquidò con fastidio l’ennesima domanda su dove battesse il cuore M5S. “Né di destra, né di sinistra” dottoreggiò sul blog Beppe Grillo. Ieri Luigi di Maio, nel salotto di Porta a Porta, ha aggiornato – scrive Concetto Vecchio su la Repubblica – il canone: 2tra noi c’è chi porta avanti i valori di Berlinguer, chi della Dc, chi di Almirante”. Giorgio Almirante, il leader del Movimento sociale italiano, nel Panteheon Cinquestelle?

Ricordate la campagna per le Europee del 2014? Fu giocata su chi era più berlingueriano tra Renzi e Grillo, al punto che Gianroberto Casaleggio, nel comizio finale di San Giovanni, dopo aver citato il leader Pci insieme a Guerre Stellari, chiese di inneggiare al segretario Pci “in modo che lo sentano fino a Palazzo Chigi”. Invece ora, man mano che il M5s si avvicina all’appuntamento con il Palazzo, emerge sempre più la natura di destra dei suoi dirigenti più in vista i dioscuri Di Battista – Di Maio. Ma in una logica di partito pigliatutto, anche se poi l’album di famiglia assomiglia alle Figurine Panini: La Pira, Putin, Farage, Maduro, Fo, Pertini. Come nella canzone di Rino Gaetano: “Avvocato agnelli, Umberto Agnelli, Susanna Agnelli, Monti, Pirelli, dribbla Causio, che passa a Tardelli. Nunteregghe più”