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L’EUROPA DICE NO AL REDDITO DI CITTADINANZA

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Niente reddito di cittadinanza con soldi comunitari, scrive l’Europa all’Italia. Un messaggio rivolto anche, alle Regioni che hanno lanciato la proposta di finanziare l’iniziativa sociale attraverso i fondi Ue.

A precisarlo, Denis Genton della Direzione generale per l’occupazione di Bruxelles: “il sostegno al di un percorso integrato verso il mercato del lavoro, e dovrebbe essere limitato nel tempo alla reddito attraverso il Fse dovrebbe essere finanziato solo nell’ambito di misure complementari, in quanto parte durata di attivazione delle misure “. E ancora, “tale misura di sostegno al reddito, da considerare alla stregua di un rimborso spese per la partecipazione a un progetto”, deve avere “una durata e una platea di destinatari limitata”.

La sostanza è che l’eventuale reddito di cittadinanza è ammissibile solo se vincolato a delle politiche attive, cioè al fatto che il singolo stia seguendo dei percorsi di ricollocamento nel mondo del lavoro. In passato ci fu uno strappo dalla regola, quando parte dei fondi europei in alcuni regioni furono dirottati al rifinanziamento della cassa integrazione in deroga, ma allora – spiegano i tecnici del ministero – per ogni euro speso in misure “passive” ce ne doveva essere un altro in servizi di orientamento.

Negli stessi termini la questione legata ai pensionati: nel progetto di legge dei Cinque Stelle il reddito di cittadinanza di 700 euro dovrebbe andare anche a loro, integrandone perlomeno la pensione minima. E questo il vincolo europeo non lo consente, visto che ovviamente un pensionato non può seguire un “percorso integrato verso il mondo del lavoro”.

mader