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LIVORNO A 5 STELLE: A 82 ANNI OCCUPA UNA CASA POPOLARE PER LA MOGLIE MALATA MA VENGONO SGOMBRATI

calogero-e-francaFranca Argenti, 75 anni e un inizio di Alzheimer in atto, non ne poteva più di vivere in quella sorta di comune che è diventata l’ex Asl di via San Gaetano, a Livorno, città governata dal Movimento 5 Stelle, in due stanze ricavate dove c’erano gli uffici di coordinamento della salute mentale dell’adolescenza, senza doccia, con un wc di fortuna installato nel terrazzino esterno accanto al lavello della cucina, riparato dalla vista dei passanti soltanto da un telo celeste. E così suo marito Calogero Gucciardo, 82 anni e mezzo, due bypass, un intervento al cuore fatto qualche anno fa «dopo un colpetto» come dice lui, ha preso il coraggio a quattro mani, ha caricato un letto e un materasso sull’Ape celeste con cui ogni tanto fa qualche lavoretto, è andato in piazza Barriera Garibaldi a Fiorentina, dove qualcuno gli aveva detto che c’era un alloggio popolare libero, e ha sfondato.


«Volevo dare una casa a mia moglie, se la merita, non riesco a vederla soffrire così, siamo sposati da 49 anni, mica scherzi», ha raccontato ai vigili che, poco dopo il suo ingresso nella “nuova” casa, mercoledì mattina, hanno suonato al campanello e l’hanno invitato ad andarsene. «Ci conoscemmo una sera di mezzo secolo fa, a una serata danzante alla Rotonda, e da allora siamo sempre stati insieme».

Davanti agli agenti Gucciardo non ha opposto resistenza, con le sue braccia da camionista e il dolore nel cuore ha ricaricato la sua roba sul motocarro ed è tornato nel rifugio di via San Gaetano. «Peccato, quella casa ci piaceva: sarebbe bastata un’imbiancata, proprio oggi sarei andato a comprare la vernice», racconta.

La sua è una delle centinaia di storie di disperazione che la crisi e la povertà hanno trasformato quasi in routine in questa città in cui l’emergenza abitativa ha raggiunto vette mai viste, né prima né altrove, con almeno una quindicina di strutture occupate solo per l’emergenza abitativa. Ma è anche una storia limite, considerata l’età dei protagonisti e le loro condizioni di salute. «Cinque mesi fa sono andato in Comune a raccontare la mia situazione ma non mi hanno mai contattato – racconta Calogero, seduto in mezzo agli scatoloni nella sua stanzetta in via San Gaetano, accanto alla moglie -. Un vigile stamani ha detto di rivolgermi all’Asl, guardi, me l’ha scritto su questo bigliettino». Si mette gli occhiali, legge: «Via Peppino Impastato. Domani andrò lì».

La moglie Franca scuote la testa. «Se pensa che un anno fa avevamo una casa, nostra, di proprietà, senza neanche un mutuo da pagare. Ne abbiamo sempre avuta una. E guardi ora come ci siamo ridotti, siamo degli zingari: se mi vedesse il mio povero babbo…».

È proprio come dice lei: Gucciardo mostra il rogito del suo appartamento, venduto un anno fa, in viale Marconi.

«Abbiamo vissuto nove mesi in camper, poi abbiamo conosciuto Serenella, una brava persona. Ci ha detto che potevamo essere ospitati in via San Gaetano. E siamo venuti. Qui almeno abbiamo un tetto. Mio marito ha fatto un po’ di lavori, ha installato il water all’esterno, gli attacchi per il lavello, le prese elettriche, sa far tutto lui, dopo 30 anni da camionista ha fatto anche il muratore. Ma io non ce la faccio più: ho diritto a dormire in una casa vera».

La vicenda risale a settembre scorso ed è stata ricordata ieri da Myrta Merlino nella trasmissione, su La7, L’aria che tira dove è intervenuto il sindaco grillino di Livorno Filippo Nogarin.

Nogarin che in precedenza, il 12 ottobre, aveva accolto la richiesta di intervento in favore della coppia di anziani senza dimora: “Verificheremo ancora la situazione, continueremo a spendere le nostre energie per il diritto alla casa” – aveva dichiarato. Ieri, invece, ha fornito risposte solamente burocratiche (intervista dal minuto 53,52 al minuto 57,45) asserendo che per correttezza istituzionale aspetta di essere contattato, e che non si sente responsabile della situazione. Fino ad affermare di non sapere quante persone vivono nella stessa situazione, della coppia di anziani, nel comune che amministra.m5s-slogan-matteoderrico

“Il Nessuno deve restare indietro. L’Italia deve essere, prima di ogni altra cosa, una comunità. In una comunità, tra i valori più importanti vi è il senso di solidarietà. Il cittadino deve essere il centro della politica. La sua stella polare. Va garantita a tutti una vita dignitosa e, se possibile, la felicità. Il primo articolo della nostra Costituzione dovrebbe esprimere il diritto alla felicità. Ognuno vale uno quando contribuisce al benessere comune.”

Questo scriveva, nel gennaio del 2013 Beppe Grillo sul blog, ma era tanto tempo fa!

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Fonte: Il Tirreno