LIVORNO, QUANDO UNA VIGNETTA DIVENTA UN PRETESTO, AD ALTRI, PER ATTACCARE
Livorno è sempre stata la terra della satira più irriverente. Una per tutte la beffa colossale di risonanza mondiale delle tre sculture ritrovate in un canale, nell’estate del 1984, per le quali esperti e critici d’arte del calibro di Giulio Carlo Argan e Cesare Brandi non trovarono difficoltà ad attribuire allo scultore Amedeo Modigliani. Le tre opere, in pratica, furono scolpite da tre studenti universitari livornesi, in vena di scherzi, Michele Ghelarducci, Pietro Luridiana e Pierfrancesco Ferrucci e gettati nel fosso. Poi diranno: “Visto che non trovavano niente, abbiamo deciso noi di fargli trovare qualcosa!”.