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DI MAIO: CAMPAGNA DI ODIO NEI MIEI CONFRONTI, NON SONO FASCISTA

Gridare contro tutti e tutto può darsi che aiuta a raccattare qualche consenso elettorale in più, ma produce sicuramente danni. Chi fomenta l’odio non calcola che alla fine l’odio travolgerà anche lui.

Così il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, a meno di un mese dalla possibile incoronazione a candidato premier del M5S, in un lungo post su Facebook, che lui stesso definisce “particolare”, punta il dito contro media e avversari politici, parla di “campagna di odio e menzogne” contro di lui e, in vista delle primarie di fine settembre, manda un messaggio anche agli elettori M5S cercando di smussare la distanza che, sul tema, lo separa dal suo possibile avversario Roberto Fico.

Di Maio ribadisce i soliti argomenti. La falsa rappresentazione dei media, la distorta immagine data dalle TV rispetto alla sua vera personalità, e le polemiche create ad arte per dividere il Movimento 5 Stelle. Ci sono però elementi nuovi sul passato del vicepresidente della Camera. Il rappresentante grillino, per rispondere alle critiche anche eccessive di fascismo subite per le sue parole sullo sgombero di piazza Indipendenza, chiarisce la sua posizione sul dossier migranti e su quello degli sgomberi a Roma.

“Non ho mai giustificato alcuna violenza della polizia, neanche verbale. Non ho mai pensato nè detto che il Sindaco di Roma o il Governo nazionale non dovessero occuparsi dei migranti”, scandisce Di Maio dicendosi “fermamente convinto del valore della mediazione e dell’integrazione. Penso però che al di là della tua nazionalità, se vuoi partecipare al processo di integrazione devi rispettare le regole che si è data quella comunita’ che ti accoglie”.
Parole con il quale il vice presidente della Camera prova anche a placare i malumori che, sotto traccia, emergono da tempo nel Movimento su una svolta securitaria che ha invece il placet dei vertici. Di Maio, per rafforzare la “moderazione” della sua posizione, ricorda quando era tra i volontari che, nella sua Pomigliano, accolsero i migranti libici nel 2011.
“Forse il mainstream è riuscito a farmi sembrare diverso da come sono”, ammette, sottolineando come, nel tour in Sicilia, abbia potuto incontrare le persone senza l’intermediazione distorsiva della tv. Ma sul dossier immigrazione Di Maio ribadisce un punto a lui caro: “è un grande business che sta finanziando la carriera di politicanti senza scrupoli o le mafie”.
E il post sembra sortire, nel M5S, un sia pur parziale effetto: a condividerlo è infatti non Roberto Fico ma Carla Ruocco (con tanto di emoticon sorridente), esponente estranea all’ala “pragmatica” che fa capo al vice presidente della Camera. La corsa alla premiership, insomma, sembra ormai cominciata nonostante dai vertici, con il sito ancora sotto manutenzione dopo gli attacchi hacker, non arrivino ancora istruzioni sulle regole per le candidature.
Da Livorno, invece, arrivano prepotenti i malumori interni alla Giunta di Filippo Nogarin sul trasferimento dell’assessore Gianni Lemmetti a Roma. Una scelta sulla quale alcuni consiglieri, in maniera netta e pubblica, hanno già manifestato la loro contrarietà. Il rischio è che dal gruppo M5S al Comune escano uno o più consiglieri che, pur mantenendo il sostegno al sindaco, si sfilerebbero dal Movimento. Al momento, tuttavia, complice la risicata maggioranza (17 a 16) su cui poggia Nogarin, l’ipotesi appare lontana: “il lavoro ed il percorso avviati in sinergia con la giunta non sono a rischio”, precisano i consiglieri che, sulla riunione in notturna tenutasi ieri e e nella quale avrebbe potuto concretizzarsi lo strappo precisano: “quando si parla del M5S tutto fa notizia”.
Spingere la società a imbarbarissi, a incattivirsi, a cancellare le gradi conquiste di civiltà degli ultimi settant’anni, conviene? Persino i populisti potrebbero capire che, alla fine, non conviene neppure a loro. La società dell’odio e della ferocia, col tempo, divora tutti: anche chi l’ha evocata.
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Fonte: Agorà24