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MARCO CHESSA, CONSIGLIERE COMUNALE 5 STELLE DI TORINO: “BASTA NASCONDERSI DIETRO L’ALIBI DELLA GESTIONE DI CHI CI HA PRECEDUTO”

Marco Chessa, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle a Torino, affida a Facebook una analisi con cui sprona i colleghi pentastellati a modificare l’atteggiamento nei confronti di chi ha amministrato in precedenza: “Spesso ci siamo nascosti, sbagliando, dietro l’alibi della gestione di chi ci ha preceduto”.

Quando ho proposto la mia candidatura a consigliere comunale con il Movimento Cinque Stelle, credevo in un nuovo modo di fare politica.
Una politica che portasse sull’agenda nuovi ed urgenti argomenti da trattare e che facesse uscire la classe politica dal circolo autoreferenziale nel quale era trincerata da troppo tempo.

Quei valori di trasparenza, partecipazione, equità, sviluppo orizzontale e sostenibilità li sento ancora forti e chiari, nonostante stia assistendo ad una preoccupante mutazione della formazione politica alla quale appartengo.
Da quando sono stato eletto è però cambiato il mio approccio, meno irruento e radicale, è cambiato il metodo, più tecnico e ragionato, è cambiato il modo di vivere, più frenetico e stressante.
Questo cambiamento spinge a porsi frequentemente delle domande e ad imporsi alcuni momenti per la riflessione.
In questo momento mi chiedo dove stia andando la nostra amministrazione, quanto e come incida il nostro lavoro sulla vita dei cittadini e quale sia l’eredità che potremo lasciare alla nostra amata Città.
La situazione economica che abbiamo trovato ci ha imposto delle manovre coraggiose, dolorose e drastiche.
Non sempre siamo però riusciti a comunicare nella maniera corretta le misure adottate, così come non sempre siamo riusciti a far passare il messaggio che alcune scelte fossero imputabili ad un forte senso di responsabilità.
Molto spesso ci siamo nascosti, sbagliando, dietro l’alibi della gestione di chi ci ha preceduto. Credo che chi ci ha preceduto sia già stato punito dall’esito della consultazione elettorale del giugno 2016.
Sta quindi a noi cercare nuove soluzioni per la nostra Città, che sembra vivere sotto una cappa di pessimismo talvolta eccessivo, ma che attraversa una difficile fase di transizione alla ricerca di una nuova vocazione.
Una Città che punta con forza sul comparto culturale, turistico e fieristico, che ha due Atenei di prestigio ed alcune eccellenze nel settore tecnologico ed aerospaziale.
Questo però non basta a risolvere i problemi economici, occupazionali e sociali della Città, e soprattutto a garantirle un futuro sostenibile.
Bisogna trovare delle soluzioni, e credo che trovare soluzioni sia il compito della politica.
Una politica cittadina che invece è ancora troppo spesso succube degli eventi e poco capace di dominarli, che continua a vivere in un mondo autoreferenziale e che non riesce più a porsi come un interlocutore autorevole.
Per cercare e trovare delle soluzioni credo sia necessaria una analisi collettiva da parte della Giunta e della Maggioranza Consiliare, in quanto ognuna ha le proprie responsabilità, nella quale sarà necessario bandire personalismi e alibi, abbattendo ogni forma di barriera mentale: dopo quasi venti mesi di mandato credo sia giunta l’ora di analizzare e riflettere su ciò che di buono è stato fatto, su ciò che non è stato fatto e su ciò che è necessario fare.
Personalmente ritengo sia il momento di provare ad aggiustare la rotta, cercando di non limitare la nostra azione amministrativa alla sola gestione contabile, cercando di uscire da una eccessiva visione tecnica per entrare in una visione più dinamica e al passo coi tempi, cercando di trasformare un approccio troppo improntato sul quotidiano con una progettualità organica e prospettica.
Non è tutto da buttare ciò che è stato fatto, anzi, ma è troppo forte ed innegabile l’esigenza di un cambio di passo della nostra azione amministrativa.
Un cambio di passo che dobbiamo e possiamo fare il prima possibile.
Siamo ancora in tempo per farlo, ma senza aspettare.
Torino lo merita.
Fonte: La Stampa