OMS: L’ITALIA SI ASTIENE SUL PRIMO E IMPORTANTE ACCORDO CONTRO LE PANDEMIE
Dopo anni di negoziati, decine di bozze e ripensamenti, il piano globale pandemico dell’Oms nasce senza la firma di 11 paesi, fra i quali l’Italia.
L’assemblea a Ginevra lo ha varato ma prima che entri in vigore servirà produrre altri accordi e documenti. La lezione del Covid ha fatto capire quanto fosse necessario mettere a punto un piano emergenziale da costruire, come dicono i tecnici, “in tempo di pace”, per combattere assieme nel caso arrivi un nuovo virus che possa mettere in ginocchio i servizi sanitari mondiali e l’economia.
Nella sua dichiarazione di voto il governo italiano ha dichiarato di essersi astenuto perché considera il documento una forma di ingerenza di un’organizzazione sovranazionale in questioni di salute pubblica che ritiene dovrebbero essere di competenza dei singoli stati.
Negli anni della pandemia di Covid-19 l’OMS era stato criticato soprattutto dai no-vax per gli inviti a rispettare i lockdown e a vaccinarsi, fra le altre cose: un gruppo di persone a cui i partiti attualmente al governo in Italia hanno spesso cercato di mostrarsi favorevoli. Gli Stati Uniti, che stanno completando le procedure di ritiro dall’OMS per volere del presidente Donald Trump, non hanno partecipato al voto.
L’Italia, insieme a Russia, Bulgaria, Giamaica, Polonia, Israele, Iran, Romania, Guatemala, Slovacchia e Paraguay, è tra gli 11 Stati membri dell’Oms che si sono astenuti in occasione del voto a Ginevra per l’approvazione in Commissione del primo Accordo pandemico, poi approvato in sessione plenaria. L’Assemblea mondiale della sanità con 124 voti favorevoli, nessuno contrario e 11 astensioni dalle delegazioni degli Stati membri, ha detto sì ai 35 articoli che ribadiscono comunque che in nessun caso l’Oms potrà superare i poteri delle sovranità nazionali. Gli Stati Uniti, che stanno completando le procedure di ritiro dall’OMS per volere del presidente Donald Trump, non hanno partecipato al voto.
Perplessità per la posizione italiana arriva da due tecnici che sono stati fra quelli in prima linea durante la pandemia: l’infettivologo Matteo Bassetti e l’ex presidente dell’Iss Walter Ricciardi che ha svolto anche il ruolo di consulente per la pandemia con il ministro Speranza. “Avrei preferito che il nostro Paese non stesse dalla stessa parte di Paesi come Iran, Russia e Israele”, ha riferito Bassetti. E lo stesso Bassetti osserva che “da giorni arrivano report da diversi Paesi, tra cui Singapore, Thailandia, Hong Kong e alcune provincie della Cina, dove sembra esserci un’importante ondata di Covid.
Sebbene si tratti di una forma non aggressiva della malattia, questo aumento di casi fa pensare a una variante immune alle vaccinazioni, che ormai per la stragrande maggioranza risalgono ad almeno due anni fa”. Ricciardi invece ricorda che l’astensione dell’Italia stupisce perché il nostro Paese era stato tra i promotori del trattato pandemico tre anni fa.
“Questo cambio di passo non ha nessuna spiegazione né scientifica né di sanità pubblica, ma evidentemente si tratta di una scelta di natura politica, basta vedere la cattiva compagnia dei Paesi con cui l’Italia ha votato. Paesi che non hanno a cuore il bene comune ma tengono di più alle sensibilità politiche dei propri elettori sovranisti e populisti”.
Fonte: ANSA