Matteo Salvini, leader della Lega, vicepremier e ministro degli Interni, a proposito della protesta dei pastori sardi per l’irrisorio prezzo del latte, nei giorni scorsi aveva dichiarato:
“Io sto con i pastori sto seguendo con attenzione e rispetto la protesta dei lavoratori della Sardegna, è urgente dare vita ad una commissione unica nazionale con pastori, produttori e industriali per il latte ovino, con lo Stato, considerata l’assenza della Regione che torna a fare lo Stato e stabilisce un prezzo minimo di contrattazione, anche con una eventuale parte di sovvenzione. Spero che il voto di domenica 24 febbraio riavvicini la Regione ai cittadini, il popolo merita più attenzione e rispetto”.
E con Salvini il ministro leghista delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio:
“I pastori sardi hanno ragione, hanno perfettamente ragione…”. “Non posso pensare che ci siano operatori che vengono pagati così poco e poi il prezzo del latte nei negozi è se non il triplo poco ci manca”.
Sulla stessa linea il vicepremier e ministro 5 Stelle Luigi Di Maio:
“Lo dico da ministro. Anche io sto con i pastori, ma non dico che si trova una soluzione e un’intesa in 48 ore”. “Si parla del ‘decreto latte’, ma lo dobbiamo scrivere insieme a loro. E’ una legge di sostanza che risolve i problemi. Stiamo con i pastori, ma senza prenderli in giro”.
In questi giorni il governo lega-stellato tutto schierato a fianco delle legittime richieste dei pastori sardi, salvo apprendere – racconta L’Unione Sarda – nelle ultime ore che una decina di pastori sardi sono indagati dalla Procura di Nuoro per i blocchi stradali dei giorni scorsi durante le manifestazioni di protesta per il prezzo del latte.
Il reato di blocco stradale era stato degradato a illecito amministrativo e depenalizzato nel 1999, ma il decreto sicurezza di Matteo Salvini l’ha reintrodotto come reato se commesso da più persone, con pene dai due ai dodici anni.
Oggi si vota per il rinnovo del Coniglio regionale in Sardegna.