QUANTO INCASSANO I CITTADINI PARLAMENTARI GRILLINI

fallifirmareL’indennità parlamentare del cittadino portavoce del MoVimento 5 Stelle sarà di 5 mila euro lordi mensili invece di 11.283 euro lordi percepiti da tutti gli altri parlamentari.
Il residuo sarà lasciato allo Stato. Messa così sembra vero. Invece le riduzioni di Grillo si riducono a un gioco di numeri.

Nella campagna #BersaniFallifirmare, sostiene Grillo che «l’indennità parlamentare del “cittadino” portavoce del MoVimento 5 Stelle sarà di 5 mila euro lordi mensili invece di 11.283 euro lordi percepiti da tutti gli altri parlamentari. Il residuo sarà lasciato allo Stato insieme all’assegno di solidarietà (o di fine mandato)». A parte il fatto che alla Camera dei deputati l’indennità lorda non è di 11.283 euro ma di 10.435,00 euro, mentre al Senato ammonta a 10.385,31. Sembrano dettagli, ma è bene ricordare come stanno le cose a chi quel Parlamento vuole aprirlo come «una scatola di sardine».

Torniamo alla proposta di Grillo a 5.000 lordi (3.000 euro netti) che non cambia granché i numeri. Già adesso, deputati e senatori della loro indennità lorda iniziale finiscono per incassare alla fine meno di 5.000 euro netti. Nel caso dei deputati, sull’importo di 10.435 euro lordi dell’indennità vengono operate infatti le ritenute previdenziali (pensione e assegno di fine mandato), assistenziali (assistenza sanitaria integrativa) e fiscali (IRPEF e addizionali regionali e comunali). Il che porta il netto finale appunto a 5.000 euro circa con una decurtazione di ulteriori 250 euro ulteriore per coloro che svolgono un’altra attività lavorativa.

Inoltre Grillo sostiene che: «I parlamentari del M5S avranno comunque diritto ad altre voce di rimborso tra cui diaria a titolo di rimborso delle spese a Roma, rimborso delle spese per l’esercizio del mandato, benefit per le spese di trasporto e di viaggio, somma forfettaria annua per spese telefoniche e trattamento pensionistico con sistema di calcolo contributivo».

Cosa significa? I 5.000 euro dell’indennità “autoridotta”: essendo una cifra lorda, se fosse un qualsiasi stipendio di un qualsiasi lavoratore dipendente, applicando il comune regime Inps e Irpef alla fine si tradurebbe, più o meno, in un netto di circa 37 mila euro che, sempre diviso per le 12 attuali mensilità dell’indennità, significherebbe una busta paga mensile di circa 3.000 euro netti. 3.000 euro ai quali si sommerebbero (per volontà di Grillo) ogni mese 3.503,11 euro di diaria; 3.690 di rimborso spese per l’esercizio del mandato; 1.331,70 euro per le spese di trasporto e di viaggio (se la distanza per l’aeroporto più vicino è superiore ai 100 chilomentri); 258 per spese telefoniche; più l’importo relativo al trattamento pensionistico con sistema di calcolo contributivo che, dovesse essere uguale a quello che ogni mese versavano per esempio nel 2007 gli onorevoli per il loro bistrattati vitalizi, farebbero altri 1006 mensili.

Morale momentanea: 3.000+3.503+3.690+1.331+258+1.006= 12.788 euro che i “cittadini” di M5S intascheranno ogni mese. Appena 995 euro in meno di quello (13.783) che incassano i parlamentari “ladri” e “profittatori” che proprio Grillo vuole mandare a casa.

Con una piccola differenza, però: che i grillini, zitti zitti, in questo modo si fanno addirittura una doppia pensione. Quella Inps con le trattenute sui 5.000 euro lordi fissati dal leader e l’altra, se lo vogliono, con la “voce” del «trattamento pensionistico con sistema di calcolo contributivo» con tanto orgoglio evidenziata dal simpatico Beppe Grillo nella campagna #BersaniFallifirmare.

mader