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RIACE, IL TAR BOCCIA IL VIMINALE: RIAPERTA L’ACCOGLIENZA

Annullato il provvedimento del ministero dell’Interno che escludeva il comune di Riace dal sistema di protezione per i richiedenti asilo (Sprar). La sezione di Reggio Calabria del Tar ha infatti accolto il ricorso presentato dal vicesindaco di Riace Giuseppe Gervasi annullando il provvedimento del ministero dell’Interno.

“E’ una bella notizia per Riace ma resta l’amarezza per aver interrotto un’esperienza positiva come quella di Riace” ha commentato all’Adnkronos Mimmo Lucano, sindaco sospeso di Riace. “Le persone sono state trasferite – ha sottolineato Lucano – i danni sono stati fatti. Ma almeno si ristabilisce dal punto di vista amministrativo un po’ di giustizia. Abbiamo operato in una terra col destino segnato e vogliamo continuare a farlo. Noi andiamo avanti e per quanto mi riguarda cercherò giustizia in tutte le sedi”.
Il Collegio reputa “che la contraddittorietà tra la prosecuzione autorizzata a dicembre e la successiva nota di gennaio, ex post qualificata dalla difesa erariale quale momento di avvio del procedimento culminato con la decurtazione dei punteggi, sia manifesta. La documentazione versata in atti mostra, inconfutabilmente, come le difficoltà del ‘sistema Riace’ – scrivono i giudici – fossero note e risalenti, almeno, al precedente triennio”. “La nota 8032 del 23 settembre 2016, del Servizio Centrale Sprar del Ministero dell’Interno, indirizzata per conoscenza anche al Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione dello stesso Ministero, nel compendiare i risultati, fortemente negativi, della ispezione del luglio 2016 richiedeva al Comune di Riace, titolare del progetto Sprar, ‘di allinearsi, entro 30 giorni a partire dalla data della presente comunicazione, alle raccomandazioni descritte sopra, dandone debito riscontro per iscritto al Servizio Centrale e al Ministero dell’Interno’, pena la decurtazione del punteggio attribuito con conseguente revoca totale o parziale del contributo. Essendosi concluso il procedimento, non con la revoca del finanziamento, ma, anzi, con la sua proroga, non può che essersi ingenerato il ragionevole convincimento dell’avvenuto superamento delle criticità riscontrate”, si legge nel provvedimento. “L’autorizzazione alla prosecuzione del progetto può, dunque, trovare spiegazione – si legge ancora nel provvedimento – solo con ‘la massima benevolenza dell’Amministrazione’, evidentemente attuatasi mettendo a disposizione del Comune risorse umane e finanziarie, nonostante il riscontrato caos gestionale ed operativo, che emerge con chiarezza dagli atti di causa. Ritiene, in altri termini, il Collegio che i riconosciuti ed innegabili meriti del ‘sistema Riace’ abbiano giocato un ruolo decisivo nel ritenere superate (e non penalizzanti) le criticità rilevate nel precedente triennio, le quali però non avrebbero potuto essere recuperate a posteriori, per motivare la revoca, se non rinnovando per intero il procedimento”.
Osserva in definitiva il Collegio come, “alla luce della documentazione versata in atti, il progetto avrebbe dovuto essere eventualmente chiuso alla scadenza naturale. Averne autorizzato la prosecuzione, lasciando la gestione di ingenti risorse pubbliche in mano ad un’amministrazione comunale, per quanto ricca di buoni propositi e di idee innovative, ritenuta priva delle risorse tecniche per gestirle in modo puntuale ed efficiente, appare fonte di danno erariale che dovrà essere segnalato alla Procura presso la sezione giurisdizionale della Corte dei Conti della Regione Calabria ed alla Procura presso la sezione giurisdizionale della Corte dei Conti della Regione Lazio, per i rispettivi profili di competenza”. Nel provvedimento però si sottolinea anche che “i ritardi nell’erogazione dei finanziamenti previsti sono una conseguenza ovvia delle inesattezze e delle omissioni, imputabili esclusivamente al Comune di Riace, nell’attività di doverosa rendicontazione della spesa”. In ogni caso, appare chiaro al Collegio che, “contrariamente a quanto ritenuto dall’amministrazione ricorrente, larga parte delle criticità ed inefficienze del ‘sistema Riace’ non sono affatto dipese dai ritardi nell’erogazione dei finanziamenti”. Quanto al “contrasto tra il quadro totalmente negativo che del progetto di accoglienza del Comune di Riace offre il provvedimento impugnato, in palese contraddizione con la risonanza mondiale del ‘modello Riace'”, il Collegio “non può che evidenziare come questo quadro sia corrispondente alla produzione documentale in atti”. La lettura di quest’ultima “mostra un quadro di gravi inefficienze rispetto alle quali non sembra affatto casuale che, in concreto, nessun atto del Comune di Riace inerente la gestione del progetto promani dagli organi tecnici dell’ente, in totale ed evidente spregio dei più elementari principi di separazione tra la politica e l’amministrazione”.
Fonte: AdnKronos