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RICORSO CASSIMATIS, PRESIDENTE TRIBUNALE DI GENOVA: BISOGNA CAPIRE CHI COMANDA NEL MOVIMENTO

Settimana cruciale per i 5 Stelle, parallelamente alla vicenda penale si muove quella civile, scrive Giuseppe Filetto sul quotidiano la Repubblica. L’avvocato romano Lorenzo Borrè, sempre su mandato di Marika Cassimatis, ha presentato due distinti ricorsi al Tribunale di Genova.

Il primo è una classica citazione per richiesta danni e come tale deve essere notificata alla controparte, quindi al Movimento Cinque Stelle oppure al garante, a Grillo. Il secondo ricorso è una istanza cautelare, con la quale si chiede da una parte l’annullamento della delibera con la quale il fondatore ha azzerato la vittoria della candidata; dall’altra, la revoca della nomina di Luca Pirondini, il competitor.

L’istanza, con carattere di urgenza, chiede l’intervento dirimente dei giudici prima dei 50 giorni che precedono le elezioni amministrative di Genova. La lettera è stata spedita da Roma attraverso posta certificata. «E io non l’ho ancora vista, sulla mia scrivania non è arrivata — afferma Claudio Viazzi, presidente del Tribunale di Genova — quando la vedrò, deciderò a chi assegnarla, può darsi che vada alla Prima Sezione Civile competente sulle questioni elettorali e su quelle associative».

Al riguardo, però, il presidente dei giudici genovesi non nasconde qualche perplessità su come intervenire sulla vicenda: «Non so se siamo di fronte ad un movimento, né se considerarlo un partito, una associazione che non ha regole, che non ha statuto o a qualcos’altro — precisa — e bisognerà capire fino a che punto l’associato può far valere i diritti eventualmente lesi».  E il presidente Viazzi, aggiunge: «Bisogna capire chi comanda all’interno del movimento, se c’è un presidente, un consiglio di amministrazione, uno statuto o un regolamento. Non ho idea del tasso di democraticità interna».

Comunque, le due vicende (penale e civile) dal punto di vista temporale potrebbero essere affrontate contestualmente. La prossima settimana è decisiva. Si capirà se il Movimento, di colpo, rischia di trovarsi privato del simbolo e con Cassimatis rimessa in sella dal tribunale.

Altrimenti, la candidata non avrebbe quello che i giudici chiamano “diritto esigibile”.

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Fonte: la Repubblica