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ROMA A 5 STELLE: NON LUCCICA L’ALBERO DI NATALE

albero-nataleIl sindaco di Roma ha inaugurato uno degli alberi-di-Natale-di-Piazza-Venezia più insulsi, spelacchiati e tristi di sempre. Invece di sollecitare spirito festaiolo, la povera conifera – peraltro collocata in una vergognosa rotonda automobilistica – fa venire solo una gran senso di depressione facendo passare la voglia di fare acquisti, compere e istigando a portare i propri soldi altrove.

Buio, sciatto, male allestito, senza un’idea o uno spunto creativo, l’abete è comunque motivo d’orgoglio dell’amministrazione.

Perché “per realizzarlo abbiamo speso solo 15 mila euro”. Già, ma se il risultato che hai è un danno d’immagine, assolutamente controproducente, allora i 15 mila euro sono pure troppo, sono perfino soldi buttati: era meglio non far nulla. L’alternativa non è tra il fare le cose sprecando o il farle risparmiando; l’alternativa è piuttosto tra il fare le cose bene, sperando e auspicando che abbiano un ritorno in termini di immagine e quindi economico, e tra il farle male. Se si devono fare male è meglio non farle affatto; e il nostro albero di Natale è fatto male. Per carità, rispecchia le condizioni della città e in questo è sincero, ma resta comunque la totale inadeguatezza.

Il giorno precedente, tradizionalmente per Sant’Ambrogio, anche a Milano è stato acceso l’albero di Natale principale, in Piazza Duomo (un’isola pedonale, non una rotonda autostradale). L’albero è scintillante e quasi impressionante per dimensioni. È stato inaugurato dopo una grande festa, la piazza gremitissima, spettacoli di teatro e danza, i ragazzi del Coro dell’Antoniano a intonare canzoni natalizie e migliaia di telefonini ad immortalare l’accensione.

Qualcosa come 28 metri di altezza, 54mila luci, 400 palle di Natale, 6km di cavi. Ma quindi il Comune di Milano è più spendaccione di quello di Roma e vuole buttare i soldi di chi paga le tasse in facezie? Fermo restando che queste non sono meramente spese bensì investimenti sull’immagine della città e dunque sulle sue potenzialità di riuscita economica, bisogna comunque dire che no, il Comune di Milano non spende di più. Il Comune di Milano semplicemente fa ogni anno una gara e assegna la realizzazione dell’albero – su sua supervisione, chiaro – ad una grande realtà privata. Quest’anno è Pandora, la multinazionale nordeuropea dei gioielli. Chiaramente queste società portano non solo il beneficio economico di sponsorizzare l’operazione, ma anche tutto un expertise sul mondo degli eventi. Grazie a Pandora insomma l’operazione-albero di Natale girerà moltissimo sui social, diventerà una destinazione, contribuirà a fare branding della città di Milano nel mondo. Ci guadagna il marchio Pandora, ci guadagna il marchio Milano. E dunque tutti i milanesi nessuno escluso.

Naturalmente a Milano questa esperienza non è la sola. L’albero in Galleria – straordinario coi suoi giochi di luce – è pagato da Swarovski, quello a Piazza Gae Aulenti da Esselunga e quello alla Darsena da Vodafone. Tutto a costo zero per l’amministrazione che, al contrario, incassa soldi e campagne pubblicitarie internazionali che mai si sarebbe potuta permettere e che fortificano l’awareness globale della città senza che Palazzo Marino metta un centesimo. Ecco che così i 15mila euro della Raggi, raccontati come virtuosi, diventano viziosi, sciocchi, stupidi. Ridicoli.

Tornando a Roma, qualcuno pensa che potremo persuaderci del fatto che il nostro albero ottempera alle mitologiche leggi delle Tre Erre così bene enunciate dalla nostra sindaca al momento dell’inaugurazione: Riduzione, Riciclo, Riuso. Tutto benissimo, se non ci fosse una quarta R: Ridicoli!

mader
Fonte: Romafaschifo.it