ROMA, CAOS A 5 STELLE: PAOLA MURARO RESTA ANCORA ASSESSORE?

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Paola Muraro, assessore della giunta pentastellata di Roma, indagata dallo scorso 21 aprile, respinge ogni accusa: «Sono sotto attacco mediatico», «io un avviso di garanzia non l’ho avuto. La differenza è fondamentale». In pratica l’assessore – scrive Gabriella Cerami sul Tirreno -, che in punta di diritto gioca sulla differenza tra iscrizione nel registro degli indagati e avviso di garanzia, sapeva di essere indagata dal 18 luglio scorso, una decina di giorni dopo l’insediamento, per il reato di «gestione di rifiuti non autorizzata», contestato nel periodo in cui era consulente all’Ama, l’azienda rifiuti della Capitale.

Eppure fino a poche ore prima dell’audizione lo stesso Salvatore Sciullo, legale dell’assessore, aveva rilasciato interviste in cui diceva che Muraro non aveva «ricevuto nessuna comunicazione ufficiale dalla Procura, nessuna notifica» commentando quelle che fino a quel momento erano solo indiscrezioni di stampa ma che parlavano proprio di un’iscrizione nel registro degli indagati per abuso d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta sui rifiuti. Nei fatti, viene spiegato, Muraro ha saputo di essere indagata poiché, su richiesta di informazioni da parte del suo avvocato, le è stato rilasciato «il certificato attestante l’iscrizione». Adesso da fonti giudiziarie si apprende che la Procura acquisirà il suo intervento in commissione.

Nel mondo pentastellato, già provato dopo che il neo assessore al Bilancio Raffaele De Dominicis ha fatto sapere che la sua nomina è stata concordata con lo studio legale Sammarco, scoppia il caos. Con chi ne ha parlato Muraro? Il sindaco Raggi, sempre in audizione, racconta di essere venuta «a conoscenza dell’esistenza di un fascicolo sull’assessore a fine luglio» precisamente «tra il 19 luglio e fine mese». Dice anche di averne parlato con l’allora capo di Gabinetto, Carla Ranieri, e con il Direttorio «che era stato informato» e di aver valutato che il certificato richiesto in Procura dall’avvocato di Muraro «non contenesse sufficienti elementi. Per cui – aggiunge – attendiamo di capire e di leggere quelle carte». In questo contesto però le voci si intrecciano e si contraddicono.

Secondo quanto si apprende invece da fonti autorevoli il Direttorio M5S ignorava che l’assessore all’Ambiente fosse indagata, né tantomeno ne era a conoscenza il minidirettorio. Per questo adesso i vertici pentastellati vogliono vederci chiaro a costo anche di chiedere le dimissioni della Muraro. Il sindaco è sulla difensiva ma non troppo: «Nel merito, si tratta di una contestazione troppo generica per capire di cosa stiamo parlando, non appena ci saranno maggiori informazioni prenderemo provvedimenti». Poi si passa all’attacco. Raggi e assessore annunciano di voler cambiare il contratto di servizio Ama, che ora è «fatto male». I riflettori inoltre si accendono sulle intercettazioni con Salvatore Buzzi, coinvolto in Mafia Capitale, ritenute inizialmente dalla Procura non penalmente rilevanti, ma acquisite nella nuova indagine sui rifiuti. «Con Buzzi ci sono state tre telefonate. Io gli do del lei, Buzzi mi da del lei», dice Muraro.

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Fonte: Il Tirreno