Mentre l’Europa va avanti, Assemini si isola e si ferma alle polemiche sugli ennesimi modi del primo cittadino, Mario Puddu, primo sindaco a cinque stelle in Sardegna, messi in discussione in un comunicato del pd cittadino che non concede sconti – scrive Veronica Matta su Cagliari Globalist.
A partire dalle discussioni sui social dettate da animosità, condotte spesso solo per il gusto di contraddire, sulla fascia sardo/tricolore, per alcuni, stilisticamente orrenda e politicamente scorretta, alla mancata presenza del sindaco grillino per l’arrivo del premier Matteo Renzi in occasione della firma del patto per Cagliari per importanti finanziamenti (168 milioni di euro) destinati ai Comuni facenti parte della città metropolitana, di cui Assemini fa parte con un solo consigliere rappresentante, grillino. E che dire della bassezza linguistica sgradevole e inappropriata con cui in queste settimane si stanno affrontando le ragioni del Si e de No del referendum? Cattivo gusto? Discutibile. Certamente si assiste continuamente a modi verbali che non si limitano a dei meri giudizi estetici, ma che sconfinano nel solito populismo che mira a parlare alla pancia della gente e che lasciano trasparire un “sardismo”, imprigionato da volgari forme dialettali idonee più ad una barzelletta raccontata tra amici dopo aver sollevato un po’ il gomito.
Sembrerebbe che il primo cittadino e i suoi fans abbiano dimenticato che ad Assemini ci abitano persone che non votano cinque stelle e anche non sardi. Un comunicato, quello del Pd cittadino che unisce i cinque circoli che indicano la tendenza spesso violenta espressa dalle parole del sindaco della cittadina, di fare di tutta l’erba un fascio. Se da un lato Mario Puddu incarna con il movimento politico che rappresenta la rabbia e il malcontento delle persone, un grido che giustamente qualcuno deve veicolare in qualsiasi democrazia che si dica tale, dall’altro lato egli non rappresenta tutti gli asseminesi e dovrebbe calmare i toni e recuperare un po’ di lucidità come la sua carica istituzionale richiederebbe. Il pd di Assemini con questo comunicato glielo rammenta.
L’arroganza che caratterizza questo nuovo popolo della politica italiana pare abbia iniziato una campagna di caccia all’uomo senza precedenti, un clima mai visto neanche con Berlusconi, dietro il quale si intravede un periodo nostalgico caratterizzato non sempre dalla moderazione. A prevalere è il linguaggio da far west (tra insulti e illazioni), da untori non certo da maestri di scuola, capace di attivare un processo inverso dell’evoluzione, di regressione che, per il partito democratico cittadino, farà perdere soldi, opportunità, dignità ad Assemini, anni luce distante dall’Europa.
Noi non siamo così – dichiara il Pd in un comunicato stampa che segue. La comunità asseminese non è questa roba qua. Non vorremo che qualcuno pensasse, dopo oltre tre anni rappresentati da questa persona, che siamo davvero ridotti in questo stato. Beh, no. La comunità asseminese sa riconoscere le istituzioni, e le rispetta. Pur nei contrasti tra parti politiche diverse e con una dialettica che a volte non manca di asprezza, la maggioranza degli asseminesi è rispettosa degli individui, dei ruoli, delle istituzioni. Tre anni e mezzo fa è stato eletto un sindaco giovane, politicamente alla prima esperienza, del M5S. A quel sindaco, in questi tre anni e mezzo, è stato perdonato molto. Molti passi falsi, leggerezze, prese di posizione personalistiche, basse strumentalizzazioni e un modo di far politica tutto chiuso nel recinto “cinque stelle”. Sono stati capiti, e perdonati, errori di inesperienza e inclinazioni caratteriali di bassissimo profilo e molto poco ortodosse. Ora però, è indispensabile chiarire che la degenerazione personale, umana e politica (di cui il post è solamente l’ultimo esempio), la violenza consapevole delle parole, la strumentalizzazione costante del malessere sociale sono opzioni del tutto personali, sconosciute alla maggioranza degli asseminesi. Dopo tre anni e mezzo, abbiamo un sindaco che ancora scrive e si comporta come l’ultimo dei leoni da tastiera che stanno dietro i social, cercando maldestramente di sfruttare il malcontento generale, l’emotività fine a se stessa, la rabbia generata da una crisi di valori, oltre che economica, che pare difficile da superare. Non si tratta ovviamente di Si o NO, di referendum o di elezioni. Qui si tratta di rifiuto del confronto civile, di emulazione dei peggiori esempi di comunicazione, di messaggi deleteri per la società civile, comunque la si pensi politicamente. Ecco, l’involuzione del primo cittadino non riguarda gli asseminesi. Lui non è stato capace di crescere, tutt’altro, ma questo non riguarda gli asseminesi. Gli asseminesi tutti, peraltro, lo riconoscono come sindaco con rispetto e così sarà fino alle prossime elezioni, al netto del bullismo ridicolo con cui delegittima se stesso e imbarazza tutta la comunità (Il Partito Democratico di Assemini).