Fa discutere l’intervista rilasciata al Corriere della Sera dal sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà del Movimento 5 Stelle, critico sul decreto sicurezza voluto dal ministro degli Interni Matteo Salvini, alleato di governo, rischiando di incrinare i rapporti già tesi tra Lega e 5 Stelle.
Secondo le testate nazionali che hanno ripreso l’intervista del Corriere, il primo cittadino di Pomezia sarebbe scettico sulla presunta privazione di diritti fondamentali (iscrizione all’anagrafe e diritti di residenza, con tutte le conseguenze del caso) che la legge del governo giallo-verde infliggerebbe ai richiedenti asilo.
“Non mi è chiaro come funziona il decreto sicurezza nella parte che riguarda i migranti, ma penso che non sia possibile lasciare troppo a lungo le persone senza i diritti basilari”. Secondo il decreto sicurezza, i richiedenti asilo non possono essere iscritti all’anagrafe né godere dei diritti dei residenti: “Io non credo che questa zona franca possa durare a lungo. Come sindaco di un Comune mi vedo assegnato il compito di tutelare le persone in difficoltà, e questo voglio fare”. A non convincere Zuccalà è la sospensione dei diritti: “Per quanto tempo dura? Per sempre? Non credo sia possibile lasciare troppo a lungo le persone senza diritti basilari. Non puoi toglierglieli per troppo tempo, magari per un anno”. E se questo dovesse succedere per due anni? “Se così fosse realmente penso che ci sarebbe proprio da intervenire, in maniera concreta”.