Il settimanale londinese The Economist, nell’edizione online, si chiede se “Il movimento populista dei 5 stelle è pronto a governare?”. Nel lungo articolo afferma “se la popolarità del M5S è chiara, la sua competenza non lo è”.
L’Economist analizza in particolare il lavoro svolto dai due più noti sindaci pentastellati: Chiara Appendino e Virginia Raggi. Al momento “difficilmente le loro performance potrebbero essere più diverse”, scrive il settimanale che ricorda il tasso di gradimento raggiunto dall’Appendino (62%), mentre la Raggi si trova ad affrontare le note vicende giudiziarie. “Il sindaco, che nega illeciti, rischia il rinvio a giudizio”. Certo governare Roma o Torino non è la stessa cosa, sottolinea l’Economist, descrivendo come “elegante e riservata” la città “all’ombra delle Alpi”, mentre la Capitale, nonostante la sua “bellezza incantevole” è “corrotta, cinica e caotica”.
Per questo non sorprende che la Raggi, che ha ereditato “un municipio finito sotto inchiesta per rapporti con la criminalità organizzata”, abbia avuto più problemi. Anche se sottolinea che la sindaca “ha dato la sua fiducia a funzionari che ora sono in galera o sotto inchiesta”.
E “l’ultimo colpo di scena riguarda un funzionario del municipio promosso dalla Raggi al quale ha quasi triplicato lo stipendio” e le tre polizze stipulate a nome della Raggi “senza una ragione chiara”. Ma anche l’Appendino, secondo il settimanale britannico fino ad ora ha ottenuto risultati “modesti”. Benché apprezzata per la sua autonomia, con la posizione sull’alta velocità e sul consorzio idrico locale sembra essersi allontanata dalle aspettative dei grillini.
Sullo sfondo, analizza il settimanale, c’è un centrosinistra che si sgretola, il movimento di Salvini “sempre più simile a quello della Le Pen” che rende difficile per la destra ricompattarsi. “Matteo Renzi si lamenta del fatto gli ammutinati del Pd stanno ‘facendo un bel regalo a Grillo’. E questo è difficile da contestare”, conclude l’Economist.