Home

VOLARE ALTO

massimo romanoMassimo Romano con il suo movimento, continua la ricerca del nuovo che non c’è.

Snobbando tutti e tutto procede nella strada dell’autoisolamento dalla politica regionale. Ieri ci ha regalato l’ultima preziosità: «Se in un momento tanto disastroso, la politica molisana non riesce a fare a meno della riproposizione della vecchia politica, delle vecchie facce, delle logiche della casta, delle logiche dei familismi e si blinda, con particolare riferimento al centrosinistra, sulla riproposizione dei Frattura o dei Ruta o dei Nagni o dei Di Pietro junior per quanto ci riguarda abbiamo il dovere di reagire, il dovere di mettere in campo una proposta alternativa, nuova, di rinnovamento».

Romano “anticasta” per eccellenza non ha rinunciato al vitalizio.

E a proposito di “familismi” è difficile ignorare che è il rampollo di una famiglia politica democristiana di vecchia data. Il Papà di Massimo, Cesare, è stato infatti assessore e vicesindaco a Bojano, nonché presidente del Collegio dei Geometri della Provincia di Campobasso. Lo zio, Angelo Pio, ha ricoperto la carica di sindaco e di presidente dell’Unità sanitaria locale di Bojano, ma è stato anche consigliere e assessore regionale.

Un figlio d’arte già passato sotto l’ala protettiva di Tonino Di Pietro.

A parole si è sempre detto disposto ad un paso indietro per l’unità della coalizione di centro sinistra, di fatto ha sempre giocato per se stesso, ponendo condizioni francamente non accettabili, rifuggendo la cultura della mediazione e cadendo spesso in tentazioni massimaliste.

In bilico tra la posizione alternativa alla casta di Ingoia e quella neo liberista di Oscar Giannino, gran sostenitore delle privatizzazioni.

Seguito in questa avventura da Domenico Di Lisa, Filippo Monaco (scaricato dal partito di Vendola), Felice Di Donato di Alternativa, Gianluca Cefaratti di Fli e, per ultimo, Gennaro Chierchia. Tutti personaggi non nuovi al sistema della politica.

Ma a Romano le sole elezioni regionali vanno strette, vuole una sua lista anche per il senato, dove dovrebbe essere candidato il già in corsa per la presidenza della regione, il barese Giovanni Cannata, rettore dell’università molisana. Università che, oltre ad avere tra i suoi dipendenti interi nuclei familiari, risulta tra le ultime in Italia per le facoltà di medicina; uno degli atenei meno virtuosi; ultima tra le università con meno di 10.000 iscritti e nella black list ministeriale tra quelle a rischio di collasso finanziario.

Tra i candidati alla presidenza della regione e anche al senato, qualche tempo fa è comparso anche il nome di Nicola Magrone, altro pugliese, ex procuratore capo di Larino, candidato sindaco al comune di Modugno nelle elezioni del 15 e 16 maggio 2011 e non eletto, neppure come consigliere di minoranza.

L’aspettativa di un cambiamento a cui tutti noi molisani aspiriamo, vanno colti.

Se Massimo Romano vuole veramente ciò che dice di volere, se davvero vuole chiudere che si chiuda con 20 anni di “iorismo” non può che percorrere la strada del sostegno convinto, alla pari con tutti gli altri soggetti, di Paolo Di Laura Frattura.

A volte, bisogna volare alto.

mader