Ogni tanto il M5S scopre delle cose fatte da altri spacciandole per novità. “Segnatevi questa data: venerdì 2 ottobre. A Brescia c’è #IlParlamentareCheTiServe!”, scrive su Facebook Vito Crimi, meglio noto per essere stato un tempo il capogruppo a Cinque Stelle al Senato (“Grillo? Ha tenuto sveglio Napolitano”, disse durante le consultazioni per il governo), in coppia con Roberta Lombardi capogruppo alla Camera.
I grillini insomma scoprono le Feste de l’Unità con decenni di ritardo: “A prendere le ordinazioni e a servire ai tavoli saranno i portavoce del #M5S di Camera, Senato, Regione e Comune. Vi aspettiamo, con Luigi Di Maio e tanti altri amici. Presto vi diremo dove. Stay tuned!”, aggiunge Crimi, neanche fosse un rave party con indirizzo segreto da rivelare ai partecipanti solo all’ultimo momento, onde evitare l’arrivo della polizia. Non è la prima volta, peraltro; il M5S periodicamente organizza cene di autofinanziamento con il “parlamentare che ti serve”, con molte foto di parlamentari, consiglieri regionali e comunali che portano pizze e panini, sempre secondo la retorica del politico che dipende dai cittadini e non dei cittadini che dipendono dal politico. Però la diversità antropologica, su cui punta il Movimento per dimostrare di essere, appunto, diverso dagli altri partiti, non è così originale.
Anche il M5S in questi mesi ha avuto scissioni, addii, ha cacciato persone che non erano in linea con il pensiero del capo, anzi dei capi, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio (il Casalgrillo), ha persino mutato la propria organizzazione, come tradisce un lapsus – o forse era proprio voluto – di Grillo sul suo blog, quando, dopo le elezioni regionali 2015, ha scritto: “Grazie, Danke, Merci, Thank you agli italiani che ci hanno votato e che hanno attribuito il ruolo di primo partito al M5S in Liguria, Campania e Puglia, e di secondo in altre regioni”. Partito, non movimento.
A un certo punto, in effetti, Grillo s’è inventato il direttorio, quello con Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio, altro che democrazia diretta, uno vale uno; ha messo un’intercapedine nel M5S, costituita da parlamentari a lui più fedeli.
Come si fa nei partiti nei quali i più leali vengono cooptati al vertice. Grillo poi ha recentemente scoperto che le parlamentarie non sono proprio una figata pazzesca, perché, ha detto durante un’assemblea a Brescia, “alle ultime elezioni politiche abbiamo incamerato chiunque”. “Questo Movimento sta migliorando, fino a due, tre anni fa entrava anche gente che non si sapeva cosa… Adesso arrivano professionisti, persone che possono dare un vero apporto. “Non eravamo pronti quando abbiamo preso il 25 per cento. Ai partiti arriva spesso gente un po’ frustrata. Che le ha provate tutte, anche Cl!”.
La selezione della classe dirigente è un vecchio problema del M5S; l’apertura a chiunque, tramite parlamentarie, e il conseguente sbarco in Parlamento di gente (sì, la “gggente”) che grazie a pochi voti e, in diversi casi, senza competenza politica e tecnica, ha prodotto quella classe parlamentare descritta dallo stesso Grillo.
Nei prossimi mesi arriveranno nuove scoperte o annunci di scoperte. Pure l’immancabile sbarco sulla Luna? Ah no, quella era “una farsa”, come ha detto una volta Carlo Sibilia.