Era sostanzialmente innocuo, secondo gli artificieri della polizia, l’ordigno trovato in casa di un collaboratore della giunta capitolina M5s, di professione avvocato.
La Federazione nazionale della stampa difende Federica Angeli dal durissimo attacco del Movimento 5 Stelle: “A tutti deve essere consentito di dissentire anche nei confronti di un giornale e di quello che scrive un giornalista. Un conto, però, sono la critica e il dissenso, un altro l’aggressione verbale”. La presa di posizione dell’Fnsi arriva dopo le bordate partite dal blog di Beppe Grillo contro la giornalista di Repubblica, colpevole, secondo quanto viene scritto nel post, di essersi “lanciata in un paio di tweet disgustosi tesi a sminuire un episodio che appare gravissimo e che minaccia l’incolumità non solo di un libero cittadino, ma di un’intera famiglia”. Al centro della vicenda c’è quello che sul blog viene definito come il “ritrovamento dell’innesco di un ordigno nell’appartamento di un nostro collaboratore in Campidoglio”.
Alla base della polemica c’è un oggetto ritrovato nei giorni scorsi sotto l’abitazione di un collaboratore del vicesindaco Daniele Frongia, un avvocato, che si occupa anche di concessioni per impianti sportivi: un piccolo involucro da cui fuoriuscivano fili, con dentro tre batterie chiuse, ma senza polvere esplosiva. Un falso ordigno che, spiega la Questura, non era in grado di esplodere. Le indagini sono ancora in corso e gli investigatori non si sbilanciano sulla natura intimidatoria del gesto. “Il grado di paura é soggettivo. Questo bisogna dirlo – scrive ancora Federica Angeli in un altro post su Twitter – Se il collaboratore di Frongia si è spaventato giusto avvertire ps”. Ma ormai l’attacco da parte del M5s è partito.
“L’innesco di un ordigno non è una piuma. La Angeli per prima – aggiunge il post del M5s – dovrebbe essere in grado di capire, se non fosse che la sua partigianeria politica viene prima di tutto, anche prima del silenzio. O, peggio ancora, prima della solidarietà. Questo è lo spessore, se così vogliamo chiamarlo, di certi giornalisti prestati al potere: infangare in ogni occasione, oltrepassando se necessario il limite della decenza. In qualsiasi altro Paese il direttore responsabile avrebbe immediatamente richiamato all’ordine la sua giornalista, annunciando pubbliche scuse. Ci auguriamo che accada”.
La replica di Federica Angeli è secca. La questura smentisce si tratti di una intimidazione. Non lo ha mai detto alla Raggi.Sono 3 pile legate da un filo.
Non si mente su qst cose
— Federica Angeli (@FedeAngeli) 6 ottobre 2016
Tante le testimonianze di solidarietà alla giornalista, a partire dal segretario generale e dal presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti: “Il diritto alla critica è sacrosanto. A tutti deve essere consentito di dissentire anche nei confronti di un giornale e di quello che scrive un giornalista. Un conto, però, sono la critica e il dissenso, un altro l’aggressione verbale. Gli attacchi e gli insulti a Federica Angeli, cronista costretta a vivere sotto scorta e insignita dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per il suo coraggio e per le inchieste che porta avanti non sono né accettabili né tollerabili”, affermano Lorusso e Giulietti.
“Nel caso specifico – proseguono i vertici della Federazione nazionale della stampa – va inoltre ricordato che Federica Angeli, come tutti gli altri cronisti nelle sue condizioni, non ha chiesto né scelto di vivere sotto scorta: la scorta le è stata assegnata perché è minacciata dalla criminalità organizzata. Per questa ragione, la Fnsi ha chiesto un incontro al ministro dell’Interno per sollecitare maggiore attenzione e tutela per tutti i cronisti minacciati e per assicurare che l’esercizio della professione non venga ogni giorno messo a rischio da aggressioni e violenze sempre più frequenti, di qualsiasi natura e colore”.