In consiglio comunale si è scatenato un acceso dibattito sulle posizioni organizzative e sulla riorganizzazione degli uffici comunali. Durante la discussione sono emerse opinioni divergenti, ai limiti della spaccatura, sia all’interno del gruppo di maggioranza, che tra alcuni consiglieri grillini e la giunta, come rilevato più volte dalle opposizioni, nonostante i tentativi di mediazione del sindaco.
La mozione firmata da Alessandro Mazzacca (M5S) è stata approvata dopo un lungo confronto interno al Movimento sui numerosi emendamenti presentati. La versione finale appare comunque in contrasto con le scelte dell’amministrazione sull’efficientamento della macchina comunale.
Con l’atto il consiglio impegna infatti sindaco e giunta a “modificare in corso d’opera la procedura selettiva in essere, senza alcuna sospensione” e a “emendare le determine 569 e 666 secondo le indicazioni riportate, prima di procedere a verifica e attribuzione dei punteggi dei candidati”. Con quelle determine nel febbraio scorso la giunta aveva stabilito i criteri per le procedure selettive per le assegnazioni di incarichi di posizioni organizzative: la prima fase si è chiusa con la presentazione di 279 domande da parte di 165 dipendenti comunali “categoria D”.
L’assessore Francesca Martini ha sottolineato la necessità di «verificare la legittimità dell’atto, perché non si può cambiare la procedura in corso d’opera». Ciò nonostante, dopo una sospensione dei lavori, il gruppo M5S ha confermato a maggioranza la volontà di procedere con la votazione senza rinvii o modifiche. L’assessore al lavoro si è mostrata estremamente critica sul contenuto del documento, che a suo dire riportava «errori giuridici madornali».
Martini ha respinto al mittente i dubbi sulla procedura che secondo i sostenitori dell’atto «introdurrebbe criteri di soggettività» laddove è il dirigente che individua il candidato più meritevole a ricoprire la posizione organizzativa oggetto della selezione. «La discrezionalità amministrativa – ribatte Martini – è ben diversa dalla soggettività: ha una procedura rigorosa ed è riconosciuta dalla legge».
Nicola Meschinelli (M5S) chiede se «un dirigente può scegliere un candidato che non si trova in cima alla graduatoria, ma a metà». «Se la scelta è motivata, sì», chiosa l’assessore, alimentando le perplessità di una parte dei consiglieri pentastellati. Da qui la volontà espressa nella mozione di «rivedere le procedure e i criteri di attribuzione degli incarichi» basandosi sulla «naturale risoluzione di una graduatoria derivante dalla sommatoria dei punteggi conseguiti attraverso i curricula e le schede di valutazione e da quelli scaturiti dai colloqui orali previsti».
Filippo Nogarin prova a placare la polemica sostenendo che «sindaco e giunta sono assolutamente d’accordo con l’impianto della mozione»: «Condividiamo l’idea che si vada verso una riduzione delle p.o. in ottica di una efficienza dell’apparato amministrativo. Su questo c’è assoluta convergenza». L’ultimo segnale di contrasto arriva però dalla bocciatura di un secondo emendamento di Bastone sulla necessità di procedere a un’analisi interna piuttosto che stabilire un numero di p.o. basandosi su altre realtà comunali. L’emendamento registra il voto favorevole di Nogarin (oltre a quello di Bastone, Galli e Galigani), ma quello contrario di tutti gli altri consiglieri grillini.