Un “abusivo” in Consiglio regionale. Legato sentimentalmente e anche professionalmente, a titolo gratuito, al capogruppo dei Cinque stelle Valeria Ciarambino. Il suo nome è Domenico Migliorini, di professione avvocato, di fatto collaboratore volontario della fidanzata che, chiamata in causa, spiega: “Mimmo è uno dei tanti attivisti del nostro movimento. Attivisti che collaborano gratuitamte. Nulla di strano. Niente a che vedere con Parentopoli. Un fidanzato non è un congiunto, non è un parente. Mimmo è un professionista che ha deciso, in questa fase della sua vita, di dedicarsi spontaneamente alla nostra causa”.
Un caso che ricorda la vicenda dei fratelli de Magistris a Palazzo San Giacomo. Claudio, il più piccolo, all’inzio del mandato ha collaborato a lungo con il sindaco dichiarando, in un’intervista a Repubblica, che svolgeva quel compito a titolo gratuito perché ea pagato da un partito, l’Italia dei valori. Dopo un po’ di tempo in Municipio si sono perse le tracce di Claudio de Magistris, ma ecco un caso molto simile affiorare ora nella nuova Regione.
Un caso targato Cinque stelle che irrompe nel giorno in cui i grillini tornano all’offensiva sul tema delle indennità e dei benefit dopo la lettera del presidente dell’assemblea regionale, Rosetta D’Amelio, che ha lanciato un richiamo etico a tutti i consiglieri.
“Non abbiamo bisogno – ribatte la Ciarambino – delle lettere del presidente D’Amelio, che invita a non assumere parenti negli staff dopo aver approvato una delibera che afferma il contrario. Come Cinque stelle abbiamo già adottato un codice etico che rispettiamo. Ad esempio, abbiamo assunto il nostro staff attraverso bandi e selezione del curriculum. E, soprattutto, abbiamo già rinunciato a qualsiasi forma di benefit e ci siamo ridotti lo stipendio”.
Il codice etico dei Cinque stelle prevede anche un fidanzato in Consiglio regionale senza contratto? “Ripeto – ribatte la Ciarambino – che lavora per me a titolo gratuito e, come tanti, ha collaborato gratuitamente al mio fianco anche nella nostra campagna elettorale. Questo il nostro stile. Noi ci riduciamo da sempre lo stipendio e, se tutti i 50 consiglieri seguissero l’esempio, in una legislatura riusciremmo a risparmiare oltre undici milioni di euro. A fine ottobre noi sette consiglieri abbiamo già restituito complessivamente 105 mila euro, 15mila euro a testa. Soldi che abbiamo consegnato ad una scuola alluvionata di Benevento, l’istituto “Rampone”, per riacquistare computer e ripristinare le attrezzature tecnologiche all’avanguardia dei laboratori invasi dal fango”.
Dati alla mano, la Ciarambino chiarisce: “L’indennità di carica di un consigliere regionale ammonta a 6.660 euro lordi. Di questo importo tratteniamo cinquemila euro lordi, poco più di
tremila euro netti al mese, uno stipendio più che dignitoso. Poi ci sono le spese per l’esercizio del mandato che devono servire, ad esempio, per pagare i trasporti e i collaboratori personali, e ammontano a 4.440 euro netti al mese. Di questa somma tratteniamo ciò che spendiamo e lo rendicontiamo”. Insomma, i soldi per pagare il fidanzato ci sarebbero, ma lui ha deciso di fare il volontario. Uno stipendio a casa, comunque, arriva. E così sia.