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QUANDO IMPOSIMATO DIFENDEVA IL BOSS DELLA ‘NDRANGHETA

ferdinando_imposimato_matteoderricoNon solo complotti e bufale. Nella carriera di Ferdinando Imposimato c’è anche una campagna a favore del Totò Riina della ‘ndrangheta, ovvero il terribile Domenico Papalia. Considerato un capo dei capi delle ‘ndrine e accreditato di rapporti con i servizi segreti, viene fatto arrestare proprio da Imposimato nel 1977, e condannato all’ergastolo. Ma Imposimato nel dicembre del 1992 va al Maurizio Costanzo Show per spiegare che è tutto un equivoco, e il boss dei boss è in realtà innocente.

Lo racconta Gianni Barbacetto sul Fatto, spiegando anche che Imposimato nell’ardore difensivo ha criticato anche la sua stessa richiesta di condanna:

È innocente, sostiene Imposimato, e merita la grazia. Lo ribadisce in un’intervista al Corriere della Sera il 15 gennaio 1993, sotto il titolo “Imposimato: Papalia è innocente, liberatelo!”: “C’erano sufficienti indizi per il rinvio a giudizio, ma non per la condanna. Mi stupii che durante il dibattimento non fossero stati aggiunti ulteriori elementi di prova e nei tre gradi di giudizio Papalia fosse stato condannato all’ergastolo”. ALLIBITO IL PM di Milano Alberto Nobili,padre dell’inchiesta “Nord-Sud”, che aveva raccolto pesanti conferme sulle responsabilità di Papalia direttamente da Saverio Morabito,il Buscetta della ‘ndrangheta. È il procuratore aggiunto di Milano Gerardo D’Ambrosio che il giorno stesso chiama Imposimato al telefono e gli comunica tutto il suo stupore per l’incomprensibile campagna pro Papalia. L’idea che si fanno alla procura di Milano è che l’ex magistrato sia oggetto di pressioni, di minacce, forse di ricatti.

Ma Imposimato non cambia strada:

Il 3 febbraio, sul settimanale Epoca , solleva dubbi sulla perizia balistica che egli stesso aveva accettato durante la sua istruttoria.[…] Alla fine, a Imposimato dedica pagine imbarazzanti il giudice milanese Guido Piffer: è autore di “una campagna insistente e ossessiva,finalizzata a caldeggiare la concessione della grazia a Domenico Papalia”, con “una vera arringa difensiva”, “un’agghiacciante propaganda in favore di Domenico Papalia”. Il senatore Imposimato, secondo il giudice, “è stato utilizzato da scaltri manovratori, senza contare il suo preoccupante, se vera l’ipotesi, non potersi tirare indietro da pressioni o minacce provenienti da ambienti non certo di frati trappisti”.

Ci vorrebbe una graticola per fare chiarezza. Chissà se quei coraggiosoni dei grillini gli chiederanno qualcosa.

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Alessandro D’Amato per Next Quotidiano