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ROUSSEAU, CASALEGGIO E I PARADOSSI DEL GRILLISMO

ConfAPRI e Movimento 5 Stelle a confrontoIntervistato dal Corriere della Sera Gianroberto Casaleggio ha esaminato a suo modo la situazione politica presente e il ruolo dei “grillini” in questa fase. Tra le altre cose il guru massmediatico del Movimento Cinquestelle ha anche fatto riferimento al varo di un nuovo dispositivo che sarà incaricato di favorire una costante consultazione popolare. Ecco le parole usate da Casaleggio stesso: «Sarà lanciato “Rousseau”, un sistema operativo online per la gestione della maggior parte delle problematiche del M5S e più in generale dei movimenti politici».

L’intervista non permette di capire molto, ma certo può essere inquietante il riferimento al pensatore ginevrino, Jean-Jacques Rousseau, un autore che è all’origine della maggior parte dei veleni filosofico-politici che hanno caratterizzato l’età moderna. Rousseau è stato il principale riferimento teorico dei giacobini proprio perché, con la teoria della Volontà generale, ha inventato una nuova mistica del potere e della collettività. Dal Contratto sociale e dagli altri scritti rousseauviani sono giunti a noi il disprezzo per la proprietà, il rigetto della civiltà e delle arti, la passione per il collettivo (contro l’individuo), la religione delle Nazione e delle istituzioni, l’esaltazione del buon selvaggio.

Quando Casaleggio evoca Rousseau è allora chiaro come la cultura del democraticismo grillino si collochi agli antipodi rispetto al liberalismo classico, alla tradizione dei diritti individuali, al libero mercato. Come ebbe a dire Edmund Burke, «la tirannia di una moltitudine è una tirannia moltiplicata». Questa sorta di Volontà generale telematica evocata da Casaleggio, allora, prospetta un futuro piuttosto minaccioso: in cui si vota di continuo per incatenarsi vicendevolmente alle scelte prevalenti che di volta in volta emergono. Senza che vi sia più spazio per la persona e la sua autonomia decisionale.

Eppure qualche elemento positivo lo si deve anche riconoscere. In fondo, il grillismo si limita a interpretare con coerenza la retorica del nostro tempo e in tal modo, però, apre a qualcosa di diverso. Quanti ci tassano e ci regolano, si sentono autorizzati a opprimerci in tal modo perché sorretti dal voto popolare. Ma se il voto è tutto, ci dice Casaleggio, che tutto sia. Ed è qui che – paradossalmente – può aprirsi uno spazio di libertà. Grillo e i suoi sono più coerenti di Renzi, Salvini e degli altri, e per questo hanno difficoltà a negare a una comunità la facoltà di votare. Per loro è lecito votare su tutto: sulle tasse, sulle spese e anche – presumo – sui confini. Se la regione Veneto chiede di optare tra il restare in Italia e l’andarsene per i fatti propri, cosa possono obiettare Grillo e i suoi? Non penso possano opporsi, e io leggo in questo modo anche il loro recente voto nel Consiglio regionale della Lombardia. E quando qualcuno chiederà di poter votare, come in Svizzera, su questa o quella tassa (e anche su questa o quella spesa), cosa potranno opporre i cinquestellati a chiede soltanto di esercitare la democrazia diretta e fare emergere la volontà popolare? Nulla.

Ideologicamente, allora, il movimento Cinquestelle può essere considerato il condensato di molte delle cose più pericolose che vi siano in circolazione: dall’ecologismo radicale alla decrescita, dal giustizialismo all’assistenzialismo più estremo, fino al democraticismo che esalta la volontà di tutti con la libertà di ognuno. E al tempo stesso, sul piano operativo, le loro tesi in materia di consultazione referendaria possono mettere in crisi questo sistema e aprire a qualcosa di davvero nuovo e perfino rivoluzionario. Sarebbe davvero un paradosso se un marchingegno denominato “Rousseau” potesse aiutarci ad allargare la nostra libertà di fronte allo Stato. Speriamo sia così.

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Carlo Lottieri per L’Intraprendente