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VANNACCI RIVALUTA MUSSOLINI DA “DITTATORE” A “STATISTA”

Chi era Benito Mussolini? «Lo statista che governò l’Italia dal 1922 al 1943». Parola di Roberto Vannacci, il generale scrittore con mezzo piede in politica la cui estrazione ideologica di destra era chiara a tutti; mancava giusto la certificazione doc, cioè il commento a mezza bocca che rivaluta il Duce, racconta Matteo Pucciarelli su Repubblica.
Non il mandante di omicidi politici, non il dittatore, non l’alleato di Hitler, non colui che lasciò l’Italia in macerie: lo “statista”. Dichiarazione fatta parlando con il cronista di Chesarà… su Rai 3.
Dopodiché il mondo al contrario di Vannacci da libro si è fatto comitato (si sapeva) e da comitato si sta facendo partito, o quasi. Da pochi giorni c’è uno statuto, c’è un regolamento, c’è il tesseramento, c’è un presidente, un vice, un segretario, un tesoriere. È anche in corso la distribuzione di altri ruoli, con tanto di carta intestata. Casualmente il presidente del comitato, il tenente colonnello in pensione Fabio Filomeni — sempre casualmente per una vita paracadutista e incursore con Vannacci proprio superiore — è anche promotore di una nuova forza politica, Europa sovrana e indipendente: «Libera dall’egemonia degli Usa, fuori dalla Nato e in pace con la Russia».

Ma andando con ordine. Quando lo scorso agosto scoppia il caso editoriale Vannacci, a stretto giro (otto giorni dopo) Filomeni dà vita al sito del cosiddetto comitato culturale che si rifà al saggio del generale. Una specie di fanzine ufficiosa delle gesta del militare, che com’è noto però a parte presentare il libro un po’ dappertutto non poteva (e ancora non può) fare ufficialmente politica, vista la divisa ancora addosso. Ci pensano però i colleghi di lunga data di Vannacci. E così arriva la struttura. Filomeni è presidente; l’ex campione paralimpico Norberto De Angelis (già in FdI) è il vice e coordinatore nazionale; il neofascista Bruno Spatara (già in Forza Nuova, poi Sovranità-Casapound e in Azione identitaria) segretario; la tesoreria è affidata a Gianluca Priolo, un altro ex incursore. Il comitato “regolato dagli art. 39 e seguenti del Codice Civile” si sta dotando di una anagrafe degli iscritti e promuove la costituzione di sezioni. Una tessera annuale da socio ordinario costa 30 euro, mentre per i minorenni è gratis. Qual è il primo dovere di un “militante”? «Gli iscritti sono tenuti a conoscere i contenuti del libro del dottor Vannacci, poiché il Comitato si promette di promuoverne i principi e i valori in tutti gli ambiti della società». In attesa che i libri diventino due, e manca poco visto che a marzo esce il bis del generale, il gruppo sta promuovendo un soggetto politico, o meglio «un progetto embrionale che annovera tra le sue file ex militari e ambasciatori». Filomeni ci tiene a dire che in tutto questo, cioè il partito, Vannacci non c’entri nulla; nonostante la grande ed esibita amicizia, l’antico legame professionale, nonostante il lavoro per diffonderne il verbo e la relativa opera per creare un’organizzazione a sostegno del generale. Una forza «fermamente intenzionata a riallacciare relazioni politiche e commerciali con la Federazione Russa» richiama, anche qui casualmente, le idee della Lega di Matteo Salvini, perlomeno prima della guerra in Ucraina. Cioè il partito che con ogni probabilità presto candiderà Vannacci per le Europee.