Sono bastate meno di 24 ore agli uomini della Compagnia Carabinieri di Alcamo per individuare e denunciare il responsabile dell’incendio del portone del Palazzo comunale di Alcamo, avvenuto nelle prime ore della mattina di sabato scorso.
Già prima di domenica mattina infatti, i Carabinieri di Alcamo avevano individuato il reo. Grazie ai filmati estrapolati dai sistemi di videosorveglianza privata presenti in centro storico, che sono stati acquisiti nell’immediatezza dagli uomini dell’Arma, è stato possibile fornire un primo identikit del presunto incendiario. Dopo aver ritenuto, dalla visione dei frames, che quel soggetto immortalato fosse A.D.G., pregiudicato alcamese 33enne attualmente sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla p.g., i Carabinieri hanno proceduto immediatamente ad una perquisizione domiciliare a casa dell’uomo.
La velocità con la quale questo atto di ricerca è stato eseguito (già nel primo pomeriggio di sabato) è stata la chiave di volta nelle indagini, consentendo infatti di ritrovare nell’abitazione dell’uomo i vestiti, peraltro già lavati e ancora umidi appesi ad asciugare, indossati dal medesimo per commettere il reato.
Posto di fronte all’evidenza del ritrovamento degli indumenti, che sono stati sequestrati,e incalzato dalle pungenti domande rivoltegli dai Carabinieri, il D.G. ha ceduto, confessando il reato e il movente: non ha agito per mandato di altri o per intimidire qualcuno con il più classico dei metodi mafiosi ma soltanto per rabbia, poiché si trova in condizioni economiche disperate e, a suo dire, il comune sembra non essersi interessato al suo caso.
Lo stesso ha infatti dichiarato ai Carabinieri di Alcamo di aver, circa un anno prima, presentato in comune una richiesta di sussidio a cui non ha però mai trovato risposta. Con due figli da sfamare e senza un lavoro, anche a causa dei suoi numerosi precedenti di polizia che lo riguardano per furto, danneggiamento, rapina, resistenza e violenza a p.u., estorsione e associazione per delinquere, nella mattinata di sabato parrebbe aver agito di impulso: arrivato in piazza Ciullo con l’intento di rappresentare nuovamente le proprie difficoltà familiari al personale preposto del comune di Alcamo, dopo essersi ricordato che il sabato gli uffici comunali sono chiusi, si è sentito perduto e, preso dalla rabbia e dallo sconforto, ha prelevato alcuni cartoni accatastati di fronte ad un esercizio commerciali di Corso Stretto e, dopo averli collocati di fronte alla porta principale del comune, li ha incendiati.
Le indagini immediatamente condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo di Alcamo supportati dalla locale Stazione hanno però consentito di far piena luce sulla vicenda e di denunciare il responsabile.
L’ attività dei Carabinieri della Compagnia di Alcamo tuttavia non si ferma: sono infatti ancora in corso accertamenti volti ad individuare alcuni altri soggetti presenti in piazza al momento del fatto, inquadrati dalle telecamere di sorveglianza private, che, con totale assenza di spirito civico, oltre ad aver omesso di presentarsi dalle Forze dell’Ordine per fornire indicazioni utili all’individuazione del l’autore del reato hanno altresì omesso di contattare tempestivamente i soccorsi affinché l’incendio venisse tempestivamente estinto: per loro si ipotizza il reato di favoreggiamento personale.
Quindi non c’è stata intimidazione nei confronti degli attuali inquilini del comune. “Sapevamo che sarebbe stato difficile, sapevamo che sarebbe servito parecchio tempo – aveva scritto Domenico Surdi, il sindaco grillino di Alcamo, su Facebook – e soprattutto sapevamo che avremmo potuto infastidire qualcuno.
Loro però non sanno che noi non molleremo e che i nostri ideali non bruceranno mai.
Alcamo cambierà!
Nessun fastidio e nessun atto indimidatorio, sindaco Surdi, anche se resta la gravità del gesto, si tratta solo di mancate risposte da parte dell’amministrazione cittadina a chi si trova in stato di necessità.