La ministra 5 Stelle per il Sud Barbara Lezzi, a dispetto di quanto sostenuto in campagna elettorale e non solo, in applicazione dell’art.68 della Costituzione, godrà dell’immunità parlamentare nel processo che la vede accusata per diffamazione ai danni di un ex attivista pentastellato di Gallipoli, Massimo Potenza.
A stabilirlo, nel corso dell’udienza, il giudice di pace della sezione penale di Bari, Matilde Tanzi. Potenza, in una querela risalente a 3 anni fa, denunciò di essere stato offeso e insultato dall’attuale ministro per il Sud, anche in pubblico, più volte e pesantemente.
È stata dunque accolta la richiesta formulata dai legali del Ministro che avevano rilevato l’insindacabilità parlamentare e quindi l’impossibilità dell’esponente politico di essere chiamata a rispondere giuridicamente “delle opinioni espresse nell’esercizio delle sue funzioni”. Il tutto, si diceva, a dispetto di quanto più volte rimarcato dalla senatrice, ossia la scelta del Movimento 5 Stelle, a dispetto di altre forze politiche, di non godere dei privilegi riservati ai parlamentari, come ad esempio l’immunità.