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VIRGINIA RAGGI “IN RISERVA”

Mettiamoci un surplus di amplificazioni, di voyerismo e di ficcanasismo. Il titolo di “Libero” sulla vita privata della Raggi é da voltastomaco. Mettiamoci anche un probabile eccesso di attenzioni della Procura. Ah, questi magistrati sempre venerati quando si occupano degli avversari… Poi una comprensibile, anche se deprecabile, sferza di veleno che promana dai predecessori in cerca di rivncita.

Questo e altro, dunque. Però, pensiamo se quel che é avvenuto in questi mesi nell’amministrazione capitolina si fosse verificato a fronte di una giunta di colore diverso. Cosa si sarebbe detto? E soprattutto cosa avrebbero detto loro, i Pentastellati, senza macchia e senza paura. I salvatori dell’Italia dai governi corrotti e incapaci.

Per riepilogare ci vorrebbe un libro: le inusitate lentezze per formare la giunta, frutto di lotte intestine poi esplose pubblicamente, le dimissioni di un capo gabinetto e di due assessori, quelle dei vertici delle due maggiori aziende comunali, il no alle Olimpiadi col sindaco che si rifiuta di parlare col presidente del Coni perché impegnato in pizzeria, le dimissioni, perché indagato, di un nuovo assessore prima ancora di essere eletto, il mandato d’arresto al principale collaboratore della sindaca, i capi d’imputazione per l’assessore all’ambiente, da tempo indagata, e poi costretta a dimettersi, le dimissioni del vice sindaco, le liti sullo stadio della Roma, l’avviso di garanzia alla sindaca, le polizze intestate alla Raggi da Romeo, le affermazioni dell’assessore all’urbanistica sulla Raggi “incapace e circondata da una banda”, poi le sue dimissioni respinte “con riserva”. Ecco si, ci mancava questo respingimento che si annuncia accettazione. Un ossimoro che ben si adatta a tutta la situazione.

Viene perfino il dubbio di avere dimenticato qualcosa. Ah si. Il voltafaccia di Grillo e Casaleggio junior sugli avvisi di garanzia, prima sufficienti per pretendere le dimissioni e poi non più tali, dopo averne ricevute in quantità. E gli attacchi ai giornali con nomi e cognomi di giornalisti canaglie.

Restano sullo sfondo le trame di correnti interne, le ambizioni e i rancori di personaggi sospettati di remare contro, in taluni casi addirittura diffondendo malevolenze contro la stessa sindaca, e soprattutto un dilettantismo disarmante, un quotidiano e diffuso senso di impotenza nell’affrontare i problemi di una città malata non per colpa loro, ma che proprio loro si erano proposti di guarire.

Pensiamo se tutto questo fosse accaduto ad altri. E pensiamo se questi altri si fossero prefissi di amministrare Roma come prova del fuoco per governare l’Italia. Penso che il Campidoglio sarebbe già stato occupato. E l’Italia salvata. Senza riserva.

mader
Fonte: Avantionline